“Non è possibile prevedere i terremoti, ma le previsioni meteo esistono. Sapendo che ci sarebbero state queste grosse nevicate bisognava far arrivare prima di questo maltempo nelle zone a maggior rischio, colpite già dai terremoti, tutti quei mezzi che avrebbero potuto consentire la migliore circolazione possibile anche in condizioni di estrema criticità”. Non usa giri di parole Guido Bertolaso, ex direttore della Protezione civile, per commentare quanto avvenuto negli ultimi giorni nel Centro Italia.
LE PAROLE DI BERTOLASO
“È una situazione drammatica e anomala, difficile da valutare in questa fase. Nella storia del nostro Paese delle sequenze sismiche così forti, così continue, in una zona geografica abbastanza limitata, sono un fatto che non si era mai rivelato”. Guido Bertolaso, ex direttore della Protezione Civile, è intervenuto stamattina ai microfoni di Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, per parlare della situazione d’emergenza che vede l’Italia centrale da una parte sommersa dalla neve e dall’altra colpita, nuovamente, da forti scosse di terremoto. “È un fenomeno da studiare con grande attenzione – sottolinea Bertolaso – per cercare di capire cosa potrebbe accadere in futuro”.
IL RUOLO DELLA PREVENZIONE
Non si può accettare, sostiene l’ex capo della Protezione Civile, che “in località già disperate, già travolte da queste tragedie di terremoti continui, senza casa, con gli animali in condizioni precarie e l’economia già collassata, si lascino anche abbandonati a se stessi per 24 o 48 ore per nevicate anche eccezionali ma comunque prevedibili”. Ed è proprio questo “il punto dolente di tutta la vicenda”, che i cittadini in difficoltà siano stati lasciati in condizioni di disagio o addirittura isolati. “È gennaio, che cosa volevamo aspettarci, il solleone a gennaio? – chiosa ancora Bertolaso -. Questi fenomeni sono cose che chi ha i capelli grigi o bianchi come me si ricorda perfettamente. Non è possibile prevedere i terremoti, ma le previsioni meteo esistono. Sapendo che ci sarebbero state queste grosse nevicate bisognava far arrivare prima di questo maltempo nelle zone a maggior rischio, colpite già dai terremoti, tutti quei mezzi che avrebbero potuto consentire la migliore circolazione possibile anche in condizioni di estrema criticità”.
BUROCRAZIA E GERARCHIA
Il problema, secondo Bertolaso, è che “non si vuole accettare nel nostro Paese che ci sia una singola persona che decida, impartisca degli ordini, si assuma delle responsabilità, ci metta la faccia”. Questo accade perché “ognuno vuole essere un capetto di sé stesso e non sopporta che qualcun altro possa impartire delle direttive e degli ordini che devono essere eseguiti immediatamente” ed è per questo che “la protezione civile di Bertolaso è stata distrutta tirando fuori delle accuse ridicole proprio perché non si poteva accettare che ci fosse questa gerarchia, che invece quando c’è una emergenza è l’unica soluzione possibile”.
COSA FARE ORA
Per gestire una tale emergenza, allora, il premier Paolo Gentiloni “deve trovare una figura di primaria importanza, possibilmente un ministro con pieni poteri, tipo quello delle infrastrutture, della difesa o dell’interno”, da “piazzare nel cratere del terremoto e deve dargli modo di dare ordini a tutti. Ognuno deve obbedire ad un piano operativo stabilito da un personaggio super partes che ci mette la faccia e si assume la propria responsabilità”.
E SUL COMMISSARIO PER LA RICOSTRUZIONE VASCO ERRANI…
“Nominarlo è stata una sciocchezza”, commenta Bertolaso alla domanda degli intervistatori di Radio Cusano sul commissario straordinario del governo per la ricostruzione nei territori colpiti dal terremoto del 24 agosto scorso, Vasco Errani. Matteo Renzi “ha tirato fuori dal cappello questo commissario per la ricostruzione mentre il territorio era assolutamente in piena emergenza. Parlare di ricostruzione in questa fase è ridicolo e offensivo nei confronti della popolazione. Aver creato subito una struttura che si doveva occupare della ricostruzione ha destabilizzato la linea di comando e di controllo. Curcio e Errani sono due galli in un solo pollaio”.
IL RUOLO DI FABRIZIO CURCIO
Proprio in funzione della presenza del commissario straordinario Errani, l’attuale capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio è, secondo il suo predecessore, in una situazione di “difficoltà e debolezza” rispetto al passato. “L’autorità è una cosa, l’autorevolezza è un’altra. L’autorevolezza si conquista sul campo, non te la regala nessuno. Se tu sei in grado di poter essere credibile e operativo puoi criticare e contestare varie scelte politiche, altrimenti ti adegui e poi ne subisci le conseguenze”.
LA REAZIONE DEL CAPO DELLA PROTEZIONE CIVILE
“Chi vuole sollevare polemiche su ipotetici ritardi lanciando accuse vuol dire che non ha capito come funziona il sistema nazionale di Protezione civile. Chi avanza inutili critiche non ha forse capito che sta attaccando il Sistema Paese”, ha dichiarato il capo del dipartimento della Protezione civile, Curcio, commentando le critiche rilasciate da diversi esponenti politici agli organi di informazione. “Ci sono migliaia di operatori che stanno intervenendo in condizioni proibitive, mettendo a rischio la loro stessa vita per cercare di portare soccorso e assistenza ai cittadini – sottolinea Curcio – Dal 24 agosto a oggi nessuno ha risparmiato energie per affrontare i problemi e trovare delle soluzioni”.