Tensioni latenti fra Intesa Sanpaolo e Unicredit sui destini di Assicurazioni Generali. C’è davvero un interesse dei francesi di Axa per il gruppo assicurativo con sede a Trieste? Ieri è stato il cfo del colosso francese, Gérald Harlin, a smentire con decisione un interesse per la compagnia italiana. “La fusione con Generali non porterebbe nulla al gruppo Axa”, ha detto Harlin a margine della presentazione dei risultati 2016. Siamo concentrati, ha aggiunto, su medie acquisizioni nelle aree salute, danni e Asia. Quindi, non su Generali.
È la riprova, si bisbiglia tra Mediobanca e Generali, che il progettato assalto dei francesi era uno spauracchio gonfiato ad arte. Da chi? A difendere di sicuro l’italianità di Generali si è candidata di fatto Intesa Sanpaolo, che però – tra conferme su progetti di integrazioni industriali, ipotesi di intrecci azionari, voci di Opa e case study – non ha mosso nei fatti ancora un dito su Generali, tanto che ha rinunciato: operazione che non crea valore, ha sentenziato. Chi invece aveva mosso più di un dito è stato il Leone di Trieste, che con un arrocco azionario ha cercato di tenere alla larga la banca capitanata dall’amministratore delegato, Carlo Messina.
A difendere l’italianità di Generali siamo noi come azionisti forti di Mediobanca, è la versione che in questi giorni l’amministratore delegato di Unicredit, Jean-Pierre Mustier, sta illustrando in pubblico e in privato, mentre ha mandato in porto un aumento di capitale da 13 miliardi al termine del quale saranno fondi americani (Capital Research) e soci arabi (Aabar) i maggiori azionisti con il 6,7 per cento e con il 5 per cento rispettivamente.
Ma le vere frizioni – sul dossier Generali – ci sono state tra Mediobanca di Alberto Nagel (che ha il 13% del gruppo assicurativo) e Intesa Sanpaolo. Le norme bancarie attuali sui ratio patrimoniali, ha scritto di recente il Sole 24 Ore, frenano la prima ma potevano incentivare la seconda verso Trieste. Eppure Intesa ha gettato la spugna a sorpresa. La telenovela sul Leone, forse, è finita. A sogghignare è soprattutto Mediobanca, che gongola per l’avanzata e la ritirata del gruppo guidato da Messina.