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Dietro i manifesti anti Papa Francesco c’è il nulla della politica romana

Chi si scandalizza per i manifesti anti Papa Francesco a Roma non conosce Roma. In questa città l’affissione abusiva e compulsiva è l’ultimo residuo della lotta politica degli anni Settanta, che in questa città si risolveva in manifestazioni, affissioni (leggere la autobiografia di Rossana Rossana in La Ragazza del Secolo Scorso) e anche botte.
La verità è che dietro le affissioni in serie dell’estrema destra, così come dietro le scritte sui muri dell’estrema sinistra o le manifestazioni di piazza, non c’è nessuno. E’ sicuramente una manifestazione di potere, nel senso che chi deturpa la città o condiziona la vita dei cittadini vuole mostrare al mondo che lui è in grado di farlo e che qualcuno glielo lascia fare.
A leggere le sigle delle formazioni politiche dei manifesti, Roma appare una città con un grande fermento ideologico ed estremista. Non è così. Spesso dietro i manifesti – chi li produce, stampa e affigge – c’è una sola persona che cerca di accreditarsi in un microcosmo autoreferenziale.
La prospettiva politica è, al massimo, ottenere una qualche consulenza da una giunta comunale di area. Ci sono esempi in merito sia a destra sia a sinistra. Perché a Roma la politica ufficiale non esclude nessuno. E questo è uno dei problemi della Capitale.

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