Il casus belli o forse meglio – senza scomodare il latino – la classica goccia che fa traboccare il vaso: sembra questa l’espressione più indicata per raccontare la discussione sulla data del congresso con cui da settimane sono alle prese alcuni dei principali esponenti del Partito Democratico. I venti di scissione ormai soffiano sempre più forti (qui il commento del direttore del Tg di La7 Enrico Mentana) e intanto le varie posizioni continuano a cambiare tra chi vuole il congresso subito, chi a primavera inoltrata, chi poco prima dell’estate e chi, addirittura, il prossimo autunno.
SE LA BATTAGLIA E’ SUL CALENDARIO
Il calendario è diventato l’ultimo fronte dello scontro che da anni anima il Pd. Lo si evince anche dalle proposte sul tema avanzate nelle ultime settimane da Michele Emiliano, Enrico Rossi e Roberto Speranza, in questa fase in prima fila nel sostenere l’ipotesi scissione.
LA CONFERENZA PROGRAMMATICA
“Vogliamo una conferenza programmatica e solo dopo il congresso“, è il refrain che gli esponenti della minoranza vanno ripetendo un po’ ovunque negli ultimi giorni. Una richiesta che lunedì scorso – durante la direzione Pd – li ha portati, per l’ennesima volta, a polemizzare con Matteo Renzi, il quale – dopo settimane di dubbi – si è infine deciso a convocare il congresso. Che la sinistra dem – com’è facilmente ricostruibile online – aveva invocato a gran voce per tutto il mese di gennaio, salvo poi passare improvvisamente alla richiesta di una conferenza programmatica e alla bocciatura della mozione renziana per il congresso subito.
LA PETIZIONE DI ROSSI
In questo senso è esemplificativa la petizione sul sito Change.org lanciata un paio di settimane fa dal governatore della Toscana Rossi. Il titolo della sua iniziativa, ancora rintracciabile sulla rete, lascia spazio a pochissimi dubbi: “Prima il congresso“. Con una spiegazione altrettanto chiara: “Chiediamo che il congresso del PD sia convocato e svolto prima del voto. Abbiamo bisogno di una discussione urgente e approfondita per elaborare un nuovo programma del Pd per l’Italia“. Quelli erano, però, i giorni in cui Renzi fremeva – o si diceva fremesse – per andare alle urne immediatamente, senza prevedere alcun passaggio interno. A favore del quale si è poi espresso durante la direzione di lunedì scorso. Nel frattempo, però, Rossi ha sposato la causa della conferenza programmatica, nonostante la petizione lanciata pochi giorni prima per il congresso subito. Un’iniziativa che oggi il renzianissimo Luciano Nobili ha commentato ironicamente su Facebook: “Comunque, se c’è qualcuno che vuole bene a Enrico Rossi, lo avvisi che la sua petizione per il congresso subito contro quel dittatore di Renzi che non lo vuole fare, è ancora online“.
IL SITO DI EMILIANO
Sempre online si può rintracciare il sito che il presidente della Puglia Emiliano ha inaugurato a fine gennaio per chiedere che il partito tornasse a congresso. Anche in questo caso l’obiettivo è nel nome – www.primailcongresso.it – con tanto di form da compilare per evitare che potesse essere fatta melina sul tema. Una presa di posizione condita poi dalle dichiarazioni rilasciate da Lucia Annunziata a in Mezz’ora e riportate, tra gli altri, anche dal Fatto Quotidiano: “Anche le carte bollate per arrivare al congresso. Se non lo fa è lui che apre la scissione“.
LE SORTITE DI SPERANZA
Posizione simile l’ha assunta pure Speranza che un’iniziativa online non l’ha varata ma che ha comunque – soprattutto negli ultimi giorni di gennaio – disseminato dichiarazioni a favore del congresso subito. “Lo abbiamo chiesto in mille occasioni“, il suo commento rilasciato a margine dell’iniziativa romana di Massimo D’Alema al centro congressi Frentani di Roma. “Congresso subito“, aveva poi rilanciato il giorno seguente in Calabria al fianco del bersaniano di ferro Nico Stumpo.
L’ULTIMA BATTAGLIA
Richieste avanzate all’unisono che, però, con l’evolversi del contesto politico sono state superate. Se non proprio ritrattate. L’esempio più chiaro in questo senso è la nota congiunta che i tre hanno diffuso ieri in vista dell’appuntamento in programma sabato a Roma al Teatro Vittoria, al quale parteciperanno insieme. “Abbiamo chiesto un impegno preciso: il sostegno al governo sino alla sua scadenza naturale, un congresso senza forzature e preceduto da una conferenza programmatica nella quale ritrovare l’unità, ma siamo stati inascoltati“. Ma non volevano il congresso subito?