Secondo le rivelazioni di WikiLeaks la Cia avrebbe spiato per mesi i candidati alle elezioni presidenziali francesi del 2012. Ossia, il partito socialista, il Front Nationale, l’Unione per un Movimento Popolare, e dunque l’attuale presidente François Hollande, l’allora presidente Nicolas Sarkozy, Marine Le Pen, e anche gli indipendenti Martine Aubry e Dominique Strauss-Khan.
Il sito di Julian Assange diffonde tre ordini operativi dell’agenzia americana e rivela le date esatte in cui si è svolta l’operazione: dal 21 novembre del 2011 al 29 settembre del 2012. Dieci mesi di report gestiti in modo discreto per “sensibilità degli amici nei confronti degli amici”: questo significa che non bisognava offendere o indispettire una nazione alleata. Temi messi sotto controllo dai servizi segreti americani: i rapporti interni ai partiti, le relazioni del presidente Sarkozy con le opposizioni, e poi le visioni dei vari leader politici e dei più stretti collaboratori su argomenti di politica estera come i temi cari all’UE (modelli economici, policy, Eurozona, crisi greca), e inoltre la Libia, la Siria, Israele.
Il documento di sette pagine non è ripreso con troppa enfasi né tra i media americani né tra quelli francesi. È classificato come operazione di routine, più o meno (più tirato il racconto dei media outlet governativi russi, come Russia Today o Sputnik). Il fatto che sia stata coinvolta la Cia significa che con ogni probabilità c’è stata una componente umana, ossia agenti che hanno operato direttamente sul campo, e non le intercettazioni con cui operava l’Nsa nel Datagate. Contatti diretti dunque, fonti, conversazioni, incontri: gli agenti hanno fatto il loro lavoro, hanno raccolto informazioni su un passaggio importante della vita politica di un alleato.
Tutto qua? Per il momento pare di sì: raccolta di informazioni standard niente più di questo pare, anche se il documento fatto uscire da WikiLeaks è sicuramente un dossier riservato dell’agenzia. Nei giorni passati Assange aveva fatto sapere di essere pronto a pubblicare informazioni compromettenti su uno dei candidati favorito alla corso per l’Eliseo, Emanuel Macron, che avrebbero sconvolto la corsa elettorale. Al momento non pare questo il caso. Il Monde ha spiegato che “questi documenti mettono in luce un approccio del tutto convenzionale di un’agenzia di intelligence, che deve informare il potere politico di tutti gli elementi che ritiene necessari per condurre la politica estera”.