Esperti e non negli ultimi giorni si stanno esercitando in temerari confronti tra la fine dell’esperienza Dc e quella del Pd. Il partito dello Scudocrociato non nasceva da ragioni aritmetiche, ma da una lunga storia fatta di confronti, di scontri, di vittorie, di sconfitte, di nuove vittorie. La Dc figlia del “popolarismo” sturziano rappresentò la mirabile sintesi di tanti avvenimenti incontrati durante un lungo cammino, iniziato nel 1891 dopo l’enciclica sociale “delle cose nuove” (Rerum Novarum). La Dc fu pensiero, idea prima di essere fatto, e quando diventò fatto cercò sempre di non dimenticare la sua vocazione popolare. Qui la differenza profonda e sostanziale con il Pd di oggi in profonda agonia. Il Pd è stato sin dalla nascita un partito senza pensiero e non è bastato il rampantismo giovanilistico di Renzi a farlo diventare partito vero.
Il Pd, la Dc e i confronti temerari
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