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Perché festeggio (il decreto di) San Valentino

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Il 14 febbraio del 1984 dovrebbe essere ricordato nei libri di storia per il c.d. “decreto di S. Valentino”, il provvedimento con cui il Governo Craxi intervenne sulla dinamica della scala mobile (l’automatismo che collegava la retribuzione all’incremento del costo della vita e che, oggettivamente, era una componente essenziale dell’inflazione, il cui tasso allora viaggiava a due cifre e spesso a due decine). L’intervento consisteva in un taglio di quattro punti (che poi si ridussero a tre in sede di conversione del decreto) di quelli previsti nell’anno.

Il provvedimento fu contrastato dal Pci con una durissima battaglia parlamentare e, nei posti di lavoro e nelle piazze, dalla componente comunista della Cgil, mentre i socialisti, la Cisl e la Uil si dichiararono d’accordo con il Governo. Sconfitto in Parlamento, il Pci promosse un referendum abrogativo che si svolse nel 1985 e che si concluse con una netta vittoria del No.

Iniziò allora un lento ma inesorabile declino del Pci che era stato sconfitto ben due volte sulla pretesa di esprimere un diritto di veto sui problemi che riguardavano il mondo del lavoro. Il bello è che gli ex comunisti, dopo aver cambiato più volte nome ed aver riconosciuto, in ritardo, di aver commesso tanti errori, ancora oggi non ammettono di aver condotto una battaglia sbagliata nel 1984 e 1985. Per la cronaca: la scala mobile venne abolita solo nel 1992.



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