La rivoluzione tecnologica incalza o, per meglio dire, ha già cambiato in profondità il nostro modo di pensare, di relazionarci e, soprattutto, di produrre. L’industria è in grande trasformazione, il settore dei servizi – come dimostra il grande successo delle imprese digitali – ancora di più. Una pervasività alla quale non sfugge neppure l’agricoltura, la cui importanza nell’ambito del tessuto economico italiano è in rilevante crescita, come ha confermato peraltro il recente rapporto curato da Ismea e Svimez (qui e qui alcuni degli approfondimenti di Formiche.net sul tema).
L’APPUNTAMENTO
Di tutto questo si è parlato stamattina nel corso del dibattito “Agricoltura 4.0: braccia rubate all’innovazione” organizzato da Formiche al Montecitorio Meeting Center di Roma. All’appuntamento – moderato da Paolo Messa – hanno partecipato esponenti politici, esperti e rappresentanti del mondo produttivo e delle associazioni di categoria. Nel corso della mattinata di approfondimento sono intervenuti il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo, il direttore Settore Spazio di Leonardo – e amministratore delegato di Telespazio – Luigi Pasquali, Michele Ziosi del colosso mondiale Cnh Industrial (operante, tra gli altri, nella produzione di macchine agricole) e il direttore generale di Ismea Raffaele Borriello (qui una sua recente video-intervista a Formiche.net). E poi, ancora, Alessandro Apolito, (capo della segreteria tecnica del ministero dell’Agricoltura retto da Maurizio Martina), il deputato Pd – membro della commissione Agricoltura di Montecitorio – Nicodemo Oliverio, la parlamentare dem Enza Bruno Bossio e Gianluca Ansalone di British American Tobacco.
L’AGRICOLTURA 4.0 SECONDO COLDIRETTI
Che le cose stiano cambiando – e anche rapidamente – lo ha sottolineato Moncalvo, che ha però anche rivelato i grandi sforzi profusi dagli imprenditori del settore per non perdere terreno e rimanere al passo con i tempi. Una fotografia, la sua, scattata da un osservatorio come Coldiretti che rappresenta un milione e mezzo di coltivatori in Italia. “Le aziende agricole si stanno fortemente concentrando sull’innovazione: ora dobbiamo creare un’adeguata cornice istituzionale all’interno della quale farli muovere agevolmente“, ha affermato Moncalvo, che – al pari degli altri relatori – ha riconosciuto l’impegno messo in campo in tal senso dal ministero dell’Agricoltura. La tecnologia, comunque – ha puntualizzato il presidente di Coldiretti – rimane pur sempre “uno strumento, da orientare in modo da valorizzare al massimo l’agricoltura italiana“. E, quindi, i suoi fiori all’occhiello riconosciuti e amati a livello internazionale, come la qualità del cibo e la biodiversità del territorio.
IL CONTRIBUTO DELLE TECNOLOGIE SPAZIALI
Difficile immaginarlo per chi non sia un addetto ai lavori, ma un contributo essenziale nell’ottica di innovare l’agricoltura arriva dalle tecnologie spaziali. Da questo punto di vista lo scenario è stato messo a fuoco da Pasquali (direttore Settore Spazio di Leonardo e amministratore delegato di Telespazio), che ha spiegato l’interazione tra questi due settori solo apparentemente lontani. L’utilizzo delle tecnologie spaziali – ha osservato – è fondamentale innanzitutto “rispetto all’aumento della produttività che continua a caratterizzare l’agricoltura perché consente di produrre di più ma garantendo la tutela dell’ambiente e la qualità del prodotto“. Le informazioni sono diventate ancora più importanti per capire come organizzare e svolgere la produzione e le tecnologie spaziali consentono di estrarne di strategiche. A questo riguardo Pasquali ha citato il ruolo dei satelliti, in grado di “facilitare l’agricoltura di precisione“. Un esempio? La possibilità di conoscere “la quantità di clorofilla presente nelle piante grazie all’osservazione satellitare“. Un’informazione molto preziosa quando si tratta di coltivare e irrigare un terreno.
L’AGRICOLTURA 4.0 E LE ISTITUZIONI
Un processo d’innovazione necessaria che non può prescindere da politiche – nazionali ed europee – dirette a incentivarlo e sostenerlo. A questo proposito è da segnalare come l’agricoltura rientri nel piano industria 4.0 varato dal governo per favorire le imprese che investano in questa direzione. “Dimostra quanto il settore agricolo sia importante oggi per lo sviluppo dell’Italia“, ha commentato il capo della segreteria tecnica del Mipaaf Alessandro Apolito. Tra le varie novità, con questo piano sarà più facile per le imprese agricole e per i contoterzisti investire in macchine innovative grazie a iper e super ammortamenti. E poi, ancora, i 21 milioni di euro stanziati a favore del CREA (il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) per le biotecnologie sostenibili (qui una video-intervista con il ministro Martina e qui il suo intervento sulla rivista Formiche). La stessa attenzione a questo mondo si può, peraltro, rinvenire anche nelle politiche europee, come ha rilevato Michele Ziosi di Cnh Industrial, il quale ha sottolineato come la PAC (politica agricola comune) stia dando sempre più importanza all’agricoltura di precisione. Ma non solo. Al Parlamento europeo si moltiplicano le risoluzioni in tal senso e la presidenza maltese dell’UE ha inserito l’argomento tra le priorità del suo semestre. Tutte spinte a innovare un settore già foriero di crescita economica e occupazione che, con un ulteriore sostegno, potrà essere valorizzato ancora di più.
UNA SFIDA DA VINCERE
“L’innovazione applicata all’agricoltura può innescare un grande processo di modernizzazione sia dal punto di vista della qualità che della quantità“, ha commentato per questo il direttore generale di Ismea, Borriello. La sfida, dunque, è quella di non fermarsi anche perché i numeri già palesati da questo settore lasciano chiaramente intravederne le potenzialità. Soprattutto per il rinnovato interesse mostrato dai più giovani che sempre più spesso stanno scegliendo di fare impresa nel settore agricolo. Un’aspirazione da non frustrare, ma anzi da assecondare anche attraverso interventi di carattere concreto necessari a sostenere lo sviluppo dell’agricoltura. In questo senso – ha concluso Borriello – è fondamentale “portare a compimento i processi di infrastrutturazione” attualmente in corso. Con la costruzione di infrastrutture classiche come strade, autostrade e ferrovie ma anche – e forse soprattutto – con la realizzazione di una rete digitale efficiente e di qualità.