La Consip è l’agenzia del Ministero dell’Economia incaricata degli acquisti centralizzati della pubblica amministrazione. È stata costituita da un ventennio e copre quasi la metà degli acquisti compiuti. Questa procedura è sempre stata ritenuta essenziale per ridurre i costi (ricordiamo tutti la storia della siringa che ha un prezzo variabile a seconda delle diverse aree del Paese) tanto che, nelle sue proposte per la spending review, Carlo Cottarelli, il revisore per antonomasia, ne raccomandava l’estensione ad altri beni e prodotti. Adesso – basta leggere i giornali – emerge che la pratica degli acquisti centralizzati crea difficoltà sui mercati, soprattutto ai danni delle piccole imprese, dal momento che sono solite vincere appalti consistenti poche grandi imprese (una circostanza che, a me, pare una conseguenza inevitabile della mission della Consip). Tanto che alcuni c.d. esperti suggeriscono di fare appalti per blocchi di acquisti più limitati (come la metteremmo allora con le fantomatiche siringhe?). Insomma, come nel Gioco dell’oca si torna sempre al punto di partenza, soprattutto quando di mezzo c’è Raffaele Cantone, il protettore e il certificatore delle italiche virtù.
++++
L’affare Consip sta creando un sacco di grattacapi al giglio magico di Matteo Renzi. L’ad Luigi Marroni è toscano ed ha svolto diversi incarichi a Firenze prima di arrivare alla Consip. Ha rilasciato delle dichiarazioni compromettenti sulle pressioni a cui sarebbe stato sottoposto per orientare l’assegnazione di un grosso appalto agli amici degli amici. Nell’operazione sembrano essere coinvolte persone molto vicine a Renzi, il padre Tiziano e l’amico del cuore Luca Lotti, nonché Denis Verdini, il garante del ‘’soccorso toscano’’ in caso di votazione a rischio per il Governo Renzi al Senato. Al solito, il teorema degli inquirenti è perfetto. Ed è accompagnato – secondo una collaudata consuetudine – da un arresto eccellente come quello dell’imprenditore Alfredo Romeo.
++++
Come se si fosse fatto apposta, si è trovato il modo di coinvolgere nell’inchiesta anche Michele Emiliano, uno dei concorrenti alla segreteria del Pd nelle prossime primarie. E’ allora tutto troppo perfetto per non destare qualche dubbio. Sembra la trama di una complicata spy story, anche se i protagonisti figurerebbero meglio in una commedia all’italiana, peraltro di scarso livello. Tiziano Renzi, per esempio, somiglia ad un ex alpino appena uscito da una marcia delle penne nere.
++++
Matteo Renzi è comunque un leader al tramonto. Abbandonato al suo destino da tutti coloro che lo scoprirono, lo lanciarono e lo sostennero – come l’homo novus della politica – potrebbe perdere anche la segreteria del Pd a vantaggio di Andrea Orlando. Ma se anche dovesse vincere nelle primarie, Renzi sarebbe la vittima illustre di un sistema elettorale con una forte caratura proporzionalista, nell’ambito del quale a Palazzo Chigi andrebbe non chi viene indicato dall’elettorato, ma chi viene scelto dalla coalizione di partiti che formano la maggioranza. Ammesso e non concesso che se ne trovi una.