Mattinata di commemorazione, oggi, per i Servizi segreti italiani nell’ambito della giornata dedicata ai caduti dell’intelligence. Con una corona d’alloro avvolta in un nastro tricolore il premier Paolo Gentiloni ha ricordato gli agenti che hanno perso la vita mentre svolgevano il loro lavoro lontano dal nostro Paese.
(TUTTE LE FOTO DELLA CERIMONIA)
LA CELEBRAZIONE
Insieme con il presidente del Consiglio hanno partecipato alla celebrazione il direttore generale del Dis Alessandro Pansa, il direttore di Aise Alberto Manenti e il direttore di Aisi Mario Parente. Presente anche il presidente del Copasir Giacomo Stucchi.
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IL RICORDO
Con un minuto di silenzio sono stati ricordati Vincenzo Li Causi, Nicola Calipari, Lorenzo D’Auria e Pietro Antonio Colazzo, morti nel corso di missioni all’estero. Li Causi venne assassinato a Balad, in Somalia, nel 1993. Calipari a Baghdad nel 2005 nelle fasi immediatamente successive alla liberazione della giornalista del Manifesto Giuliana Sgrena. La stessa sorte è toccata poi anche a D’Auria – deceduto all’ospedale militare del Celio dopo essere stato ferito a morte in Afghanitstan – e a Colazzo, ucciso a Kabul nel 2010.
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LA RICORRENZA
Quella celebrata oggi è stata la prima “Giornata della memoria dei caduti dei Servizi di informazione per la sicurezza”. In virtù di questa ricorrenza, il 22 marzo di ogni anno è previsto che amministrazioni pubbliche, istituzioni universitarie, culturali, scientifiche, associazioni ed enti privati interessati “assumeranno iniziative di informazione e comunicazione volte a sensibilizzare l’opinione pubblica e in particolare i giovani sul significato del sacrificio dei Caduti dell’intelligence in Italia e all’estero“.
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IL COMMENTO DI GENTILONI
“Siamo qui per la prima volta a celebrare questa giornata dedicata ai caduti del comparto sicurezza della Repubblica. Lo faremo da quest’anno tutti gli anni il 22 marzo“, ha dichiarato Gentiloni che poi ha aggiunto: “Credo che aver preso questa decisione sia un atto importante e doveroso, un atto di omaggio nei confronti di una particolare componente dei servitori dello stato il cui lavoro è un lavoro che si svolge in condizioni di riservatezza e anonimato. Poi alcuni eventi tragici portano all’estremo sacrificio e si squarcia così il velo della riservatezza nel modo più drammatico, si accendono i riflettori su esperienze professionali e personali che fino a quel momento l’obbligo alla riservatezza aveva tenuto coperte“.