Una Leonardo (ex Finmeccanica), più solida, meno spericolata e possibilmente redditizia per gli azionisti. Mauro Moretti, dal 2014 al timone della holding dell’aerospazio, prova a rivendicare, con un occhio al futuro, i risultati raggiunti fin qui grazie alla sua gestione del gruppo, a poco più di un mese dalla condanna in primo grado per il disastro di Viareggio del 2009, quando Moretti era a capo delle Ferrovie. Il manager è stato ascoltato alla Camera, dai deputati della commissione Attività produttive, sullo stato di salute del gruppo e alle mosse future, già racchiuse all’interno del piano industriale 2017-2021. Mentre il Tesoro si appresta a ultimare le liste per i rinnovi dei board delle principali spa controllate, Leonardo inclusa.
BASTA COI SALTI NEL BUIO
La prima indicazione circa il corso morettiano di Leonardo è arrivata dal fronte delle operazioni, presenti e future del gruppo. Basta con gli azzardi, lì per lì affascinanti forse, ma alla lunga rivelatisi un cattivo affare. “Siamo partiti in una situazione molto molto critica, pesante anche economicamente: erano state fatte acquisizioni importanti, a debito e con tassi di interesse del 6-7%, segno che il quadro non era molto chiaro. Abbiamo dovuto dunque mettere il freno a queste operazioni non solide”, ha spiegato Moretti. Che non si è limitato a considerazioni generiche, ma ha portato in commissione esempi concreti. “Si dice che una volta si facevano più ordini: proprio ieri abbiamo esaminato un ordine del 2008, legato a una fornitura di parti per l’aereo da 100 posti di Bombardier. Quest’ordine produce ogni anno, a partire da quest’anno e per altri 15 anni, dai 20 ai 25 milioni di perdita strutturale”.
L’ORA DELLA CRESCITA
L’altra grande sfida è il ritorno alla crescita dopo anni di chirurgia industriale, con la possibilità di tornare a distribuire dividendi. D’altronde, fin dalla sua nomina, il mantra di Moretti è stata la riduzione del debito del gruppo (nel 2016 l’esposizione è scesa ampiamente sotto i 3 miliardi, anche grazie all’uscita del gruppo dal settore trasporti, attraverso la cessione di Ansaldo Sts e Breda ai giapponesi di Hitachi, che ha fruttato un taglio di 600 milioni). E così, dopo anni di ristrutturazione, scatta anche per l’ex Finmeccanica l’ora della crescita. “Dopo tre anni di ristrutturazione profonda e senza aver licenziato nessuno ora è il momento di crescere. Abbiamo le risorse e la reputazione internazionale solida, oltre al sostegno degli investitori internazionali”, ha spiegato il manager. D’altronde “stiamo producendo buon valore e molto valore, e abbiamo una reputazione internazionale solida e abbiamo il sostengo degli investitori istituzionali”.
TRA DEBITO E DIVIDENDI
Due gli obiettivi di Leonardo nel breve termine. Riduzione strutturale del debito e ritorno al dividendo. Un percorso spiegato dallo stesso Moretti, che ha indicato gli ingredienti essenziali alla riuscita di tale operazione. “Pensiamo di generare cassa dalle operazioni dai 7 agli 8 miliardi in corso di piano”. Di questi, “tra 2,5 e 3,5 miliardi saranno utilizzati in working capital, perché soprattutto commesse come Eurofighter hanno tempi di attraversamento particolarmente importanti, ma vista la possibilità di autofinanziamento fino a 3,5 miliardi restano liberi tra 1,5 e 2 miliardi che vogliamo utilizzare per ridurre l’indebitamento, ancora per fare acquisizioni strategiche, senza debiti, e naturalmente per remunerare gli azionisti”. Dunque, tali accantonamenti frutto di cessioni e commesse serviranno anche per i dividendi “perché, visto che gli azionisti hanno creduto in noi è giusto che anche loro abbiano il ritorno del loro investimento”.
I SETTORI STRATEGICI
Poi ci sono i nuovi orizzonti, ovvero quei campi, oltre al business tradizionale, su cui il gruppo vuole spingere l’acceleratore: cyber intelligence e cyber security. “Sono due delle colonne sulle quali stiamo costruendo la nostra strategia. Leonardo vuole investire su segmenti a valore aggiunto”. Uno dei campi sui quali puntare maggiormente, ha spiegato il top manager, è proprio quello dell’intelligenza artificiale, con particolare attenzione agli sviluppi. Altri settori di interesse, ha aggiunto Moretti, sono costituiti dall’Industria 4.0 e l’Internet of Things, con particolare riferimento al rafforzamento in ambito protezione infrastrutture critiche. Leonardo, ha sottolineato poi l’ad durante l’audizione, protegge già dagli attacchi cyber numerosi clienti privati e governativi, tra i quali 29 Paesi della Nato nell’ambito del programma NCIRC – FOC.
L’AFFARE DRS
Altra questione, la riduzione della quota in Drs, la controllata americana di Leonardo. Al Senato, la scorsa settimana, Moretti ha chiarito come nelle intenzioni del gruppo ci sia la discesa in Drs, pur mantenendone il controllo con una quota del 51%. Ma proprio poche ore prima dell’intervento in commissione, Leonardo, attraverso Drs, perfezionava l’acquisto di Daylight Solutions, azienda leader nello sviluppo di prodotti laser a tecnologia a cascata quantica, per 150 milioni di dollari.
L’ATTACCO AGLI (ALTRI) MANAGER
L’ex sindacalista prestato all’industria non si è fatto scappare poi l’occasione per rifilare una stoccata a una certa dirigenza industriale italiana rea, a detta di Moretti, di non assumersi le proprie responsabilità. ”Il manager che, arrivato in un’impresa, deve prendere una decisione: svalutare o non svalutare, pararsi il culo o pensare al futuro dell’impresa cosa dovrebbe fare? Normalmente in Italia si fa la prima azione, si sta tranquilli. Non si accettano rischi, anche perché i rischi molto spesso poi producono danni, tanti nemici che poi naturalmente te la fanno un po’ pagare”.