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Cos’è e cosa fa Watson, il cervellone di Ibm citato da Davide Casaleggio

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Davide Casaleggio, figlio di Gianroberto, non teme il futuro, o meglio cerca di individuare misure per evitare effetti catastrofici delle nuove tecnologie su lavoro ed economia, ed è attento a tutto quello che si muove tra scienza, informatica e nuove tecnologie. Così, a un anno dalla scomparsa del padre, Casaleggio ha organizzato a Ivrea, l’8 aprile, nelle strutture dell’Officina H dell’Olivetti, il convegno “Sum – Capire il futuro” (qui tutte le anticipazioni sull’evento pubblicate sabato scorso da Formiche.net). Nell’intervento pubblicato oggi dal Corriere della Sera, Casaleggio accenna al sistema Watson di Ibm come esempio delle potenzialità che dischiude il futuro.

CHE COS’È WATSON

Watson è un sistema che Ibm, colosso informatico americano, offre ai suoi clienti per aumentare l’intelligenza umana. La piattaforma tecnologica, che prende il nome da Thomas John Watson, fondatore della multinazionale nata 106 anni fa, analizza grandi volumi di dati, comprende questioni complesse poste in linguaggio naturale e propone risposte basate sui fatti. Il sistema ha fatto la sua prima apparizione pubblica nel 2011. Per provare le sue capacità – spiega l’azienda – è stato allenato per partecipare contro concorrenti umani a Jeopardy!, il più popolare quiz Tv americano. Watson in un primo momento ha impiegato due ore per rispondere a una sola domanda, poi è stato potenziato e durante i tre giorni di gara, è stato capace di battere sul tempo Brad Rutter e Ken Jennings, i campioni storici di Jeopardy! e vincere.

LE PAROLE DI CASALEGGIO

“Nel giro di dieci anni faremo un salto tecnologico incomparabile rispetto a quello fatto in tutto il secolo scorso”, ha scritto Casaleggio. “Il programma Watson di Ibm – secondo il figlio del fondatore del Movimento 5 Stelle – è l’avanguardia dell’intelligenza artificiale: è capace di rispondere alle nostre domande facendo connessioni di idee che per un uomo sono assolutamente impensabili. Ha accesso a 200 milioni di pagine di contenuti e impiega 4 terabyte di memoria. Nel giro di dieci anni, secondo Jerry Kaplan, professore di Intelligenza artificiale a Stanford, avremo questa tecnologia a nostra disposizione in un dispositivo mobile. Potremmo rivolgergli ordini vocali per farci arrivare una macchina «autoguidante» o fargli fare la spesa semplicemente elencando ciò che ci serve di modo che venga consegnata a casa in tempo per il nostro ritorno”.

WATSON FOR CYBER SECURITY

Molte le applicazioni di Watson. Ultima arrivata in casa Ibm è Watson for Cyber Security, la prima tecnologia di intelligenza aumentata del settore, progettata per aiutare gli analisti a esaminare migliaia di rapporti di ricerca in linguaggio naturale, in precedenza inaccessibili anche ai più moderni strumenti per la sicurezza. Un recente studio di Ibm ha rilevato che solo il 7 per cento dei professionisti della sicurezza utilizza attualmente strumenti cognitivi, ma tale impiego è destinato a triplicarsi nel corso dei prossimi 2-3 anni. “Nel corso dell’ultimo anno – spiega la multinazionale sul sito italiano – Watson è stato addestrato al linguaggio della cyber security, alimentato da oltre 1 milione di documenti in materia, ed è ora in grado di aiutare gli analisti a esaminare migliaia di rapporti di ricerca in linguaggio naturale, in precedenza inaccessibili anche ai più moderni strumenti per la sicurezza”. Negli ultimi 5 anni Ibm ha creato oltre 300 Security operations center per i clienti in decine di settori, tra cui distribuzione di beni di largo consumo, vendite al dettaglio, banche e istruzione.

WATSON HEALTH CLOUD

In campo sanitario Watson Health, lanciata da Ibm ad aprile del 2015, impiega 2 mila specialisti, analizza grandi quantità di referti medici e casistiche. In pochi secondi Watson aiuta a formulare le diagnosi e a trovare le cure migliori confrontando il caso in esame con tutti quelli in archivio. Operazione che ad un dottore richiederebbe 10 mila settimane, spiega il gruppo americano. Il colosso a marzo dell’anno scorso ha annunciato il lancio del primo centro di eccellenza europeo di Watson Health a Milano, sull’area dell’Expo destinata al polo di ricerca Human Technopole Italy 2040 con cui il governo italiano punta a realizzare un hub internazionale nel campo della genomica, dei Big data, dell’invecchiamento della popolazione e dell’alimentazione. Ibm prevede di investire fino a 150 milioni di dollari (135 milioni di euro) nel corso dei prossimi anni.

WATSON E I SOCIAL

Tra le capacità di Watson vi è quella di saper leggere i flussi di tutti i post di Facebook e tutti i tweet che vengono pubblicati, utilizzati dalle aziende per anticipare le tendenze. La società ha accesso solo ai contenuti pubblicati, ma non conosce chi ne sia l’autore. Questa potenzialità è stata ad esempio applicata al Festival di Sanremo, quando Ibm durante le cinque giornate del Festival ha messo a disposizione alcune capacità di Watson Analytics, lo strumento cognitivo che comprende il linguaggio umano permettendo la simulazione e la previsione dei risultati, analizzando oltre 290mila commenti sul Web.


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