Gianni Boncompagni mi ha sempre portato allegria. Al di là della sua carriera, per me era un mito inarrivabile ed inimitabile per il suo talento negli ‘scherzi’. Da amante di frizzi e lazzi imparai presto ad averne una totale stima da vari racconti.
Da recuperare la biografia che Giuliano Ferrara fece scrivere su Gianni Boncompagni da Stefano Di Michele, e pubblicare su il Foglio nel 2004 (credo) in una serie di puntate esilaranti. Che ho tenuto nel mio archivio ma che non troverò mai dove.
Vado a memoria. Come lo scherzo che Gianni (che era stato sposato con una svedese e quindi padrone della lingua) e Mario Marenco (che anche lui conosceva lo svedese) facevano alle turiste svedesi a Roma. I due abbordavano con uno stentato inglese le ignare turiste, poi con la loro simpatia si facevano spiegare ed insegnare parole o frasette in svedese, poi dopo un po’ ‘magicamente’ iniziavano a parlare uno svedese fluente ( eh visto che lo conoscevano bene) facendo letteralmente ‘impazzire’ le due o più turiste abbordate…
Altro scherzo inarrivabile, quello fatto da lui, Marenco, Riccardo Pazzaglia ed un famoso avvocato romano ai condomini del loro palazzo. Causa scatenante, i vecchi condomini volevano licenziare il custode calabrese che però stava nelle grazie di Boncompagni. Visto che insieme possedevano la maggioranza in seno dell’assemblea condominiale, sventarono il licenziamento e poi iniziarono a prendere le decisioni più assurde imponendole nel nuovo regolamento condominiale…come quello di dover passare nella corte condominiale di corsa. Con scene esileranti…di anziani e donne in gonna costretti a correre nell’attraversare l’ampia corte condominiale.
Insomma quel ‘presto e male’ da lui portato a filosofia, in realtà forse era più un ‘presto e bene’ .
Del resto cosa che cos’è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità d’esecuzione lo definivano altri toscanacci come lui…