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Trump e Le Pen, la convergenza di bot e troll su Twitter e non solo

Marine Le Pen

Domenica 23 aprile, mentre i francesi si stanno ancora recando ai seggi per votare il primo turno delle elezioni presidenziali, diversi account Twitter che fanno da megafoni propagandistici a Donald Trump hanno pubblicato messaggi a favore della candidata del Front National Marine Le Pen.

I tweet sono piuttosto palesi e mirano a diffondere un messaggio molto basico: andate a votare Le Pen, punto. “Ho votato con orgoglio per Le Pen” dice per esempio @AFrenchForTrump. Molti degli account che li hanno condivisi sono bot, ossia sono controllati da algoritmi che riproducono azioni comuni a quelli di una persona, oppure troll.

La campagna elettorale francese è stata caratterizzata dalla diffusione di notizie false e alterate, che hanno interessato tutti i candidati ma che generalmente hanno preso una piega abbastanza pro-Le Pen. Tralasciando la possibilità di una regia comune dietro a questa convergenza, magari spinta da altri attori esterni (per esempio, la disinformatia russa? Ma è una speculazioni al momento priva di prove sebbene l’ingerenza russa è considerata come un fattore reale anche da organismi specialistici come l’EU East StratCom), tra Trump e Le Pen ci sono alcuni punti di contatto. Per esempio, Le Pen aveva definito l’elezioni di Trump “una buona notizia” per la Francia, mentre il neopresidente americano celebrava l’importanza “across the globe” del movimento che lo aveva spinto al potere.

Non la appoggio direttamente, ha detto venerdì il presidente americano in un’intervista all’Associated Press, ma Le Pen è “la più solida davanti a ciò che sta accadendo in Francia” dei candidati in corsa. Posizione già velatamente anticipata in un tweet con cui il Prez aveva commentato l’attentato di Parigi di giovedì – Trump è tra coloro che evidentemente credono che l’azione terroristica firmata dall’IS potrebbe portare conseguenze nella corsa elettorale, e magari a favore del FN.

Entrambi i leader hanno posizioni critiche verso i media (“nemici”, “siamo in guerra”, “perdenti”, le parole chiave di quando i due ne parlano), denunciano la presenza di terroristi tra i migranti in uscita dalla Siria e hanno proposto la chiusura immediata delle frontiere ai musulmani, e hanno mostrato uno strano apprezzamento verso Vladimir Putin (anche se Washington in questo momento è in apparenza meno allineata rispetto a quel che si prometteva).

Il 20 aprile Barack Obama ha parlato al telefono con Emanuel Macron (abbiamo valori comuni, ha detto il candidato francese). “Non è stato un endorsement”, ha detto il portavoce dell’ex presidente americano: nel mezzo del dibattito sull’interferenza russa alle elezioni presidenziali americane, Obama ha fatto lo stesso con Macron, ha lasciato intendere sottilmente il sito proto-trumpista Breitbart – anche se le ingerenze russe pro-Trump nelle elezioni americane secondo le intelligence statunitensi hanno avuto un impatto molto più profondo di una semplice telefonata. Il candidato indipendente centrista è considerato il favorito per vincere il primo turno e stando ai sondaggi il potenziale sfidante al ballottaggio di Le Pen.

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