Riforma all’americana del bilancio della Difesa, riordino delle Forze dell’Ordine (meno comandanti, più militari in strada), taglio delle risorse per gli F-35 a favore di maggiori investimenti per la cyber security. Sono questi alcuni dei punti votati ieri dalla base del Movimento 5 Stelle su Rousseau. Il Programma Difesa era composta da 5 punti programmatici, su cui gli utenti si sono espressi in modo pressoché omogeneo scegliendo di modificare l’attuale assetto della Difesa. Ecco tutti i quesiti e risultati del voto.
TUTELA MILITARE
Il primo punto in votazione riguardava la tutela militare, ossia la possibilità di equiparare i diritti del personale militare a quelli degli altri lavoratori del settore civile. Gli iscritti, che potevano esprimere una sola preferenza su due opzioni (equiparazione sì o no) hanno votato per l’equiparazione con 16.871 preferenze su un totale di 19.702. Ad approfondire il tema, sul blog di Beppe Grillo, era stato Salvatore Rullo, presidente Assodipro (Associazione Solidarietà Diritto e Progresso). “Si parla tantissimo di forze armate europee ed esercito europeo, ma i militari italiani rimangono senza diritti, mentre in Europa ci sono circa 30 tra associazioni e sindacati di militari in 21 Paesi. I militari sono cittadini e cittadine in uniforme, e come tali dovrebbero essere considerati”, scriveva Rullo, che proseguiva chiedendo “strumenti di rappresentanza vera”, ossia la possibilità di costituire associazioni sindacali e di aderire a quelle già esistenti (seppure poche).
RISORSE UMANE (E CASTA DELLE FORZE ARMATE?)
Il secondo quesito ha riguardato, invece, la valorizzazione e la ottimizzazione delle risorse umane, distribuite in modo disomogeneo secondo il Movimento. Su Rousseau è stato chiesto alla base quale strada debba percorrere il Movimento per raggiungere tale risultato, scegliendo fra tre possibilità: 1) “Riallineare ai valori medi delle altre FFAA occidentali il numero dei militari in servizio permanente e dei civili, con un riordino interno che sia volto a ridurre progressivamente il numero dei comandanti in favore di un incremento del personale in strada a tutela dei cittadini”; 2) “Rispettare il piano di riduzione delle FFAA introdotto dalla riforma della legge 244/12 senza nessun ulteriore intervento”; 3) “Congelare il piano di riduzione della 244/12 favorendo l’arruolamento di ulteriore personale”. Ad essere votata con 17.535 preferenze è stata la prima opzione, mentre la seconda ha raccolto 1.036 voti e la terza 851.
Sul tema, inoltre, si era espresso Toni de Marchi sul blog di Grillo, aprendo non poche polemiche per aver parlato di privilegi della “casta delle forze armate”, affermazione da cui il Movimento stesso aveva scelto poi di dissociarsi, scrivendo un post scriptum nel contributo firmato da de Marchi. Tuttavia, il risultato del voto su Rousseau va nella direzione indicata da de Marchi, prevedendo interventi sulle assunzioni e riordino interno degli incarichi.
PATRIMONIO IMMOBILIARE
“Bisogna decidere – si legge nel terzo quesito sul Programma Difesa – se, per valorizzare il patrimonio della Difesa e rendere efficiente l’Impiego sul territorio nazionale dei nostri militari, si dovrebbe favorire il recupero delle strutture in via di dismissione del Ministero della Difesa a vantaggio di opere di utilità sociale o lasciare il compito di dismissione al demanio”. Si è chiesto, quindi, agli iscritti in che modo si dovrebbe intervenire con due possibilità: “Favorire il recupero delle strutture in via di dismissione del Ministero della Difesa a vantaggio di opere di utilità sociale” o “Lasciare il compito di dismissione del patrimonio della Difesa al demanio secondo le attuali indicazioni”. La prima opzione è stata votata da 19.061 persone, su un totale di 19.747.
SISTEMI D’ARMA (F-35 E CYBER SECURITY)
Secondo il Movimento 5 Stelle è necessaria una riforma del modello di Difesa, in particolare a proposito dei “sistemi d’arma”. “Bisogna decidere – si legge nel quesito – se tagliare i sistemi di armamenti prestamente offensivi, vedi F-35, destinando le risorse ad altri strumenti innovativi come la cyber security, o lasciare la programmazione come pianificata”. Quasi il 100% dei votanti ha scelto l’opzione di trasferimento delle risorse dagli armamenti alla cyber security (19.012 su 19.651 voti).
BILANCIO TRASPARENTE (ALL’AMERICANA)
Come spiegato da Maurizio Simoncelli, vicepresidente e cofondatore dell’Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo, che ha pubblicato un post sul tema sul blog di Beppe Grillo, il sistema italiano della Difesa non è sostenibile anche perché gli investimenti economici sono spesso opachi e il bilancio per le spese militari poco chiaro. Allora, “per promuovere un modello di difesa sostenibile – si legge nel quinto quesito proposto su Rousseau -, soprattutto rispetto agli investimenti economici, che eviti acquisti come gli F35, si dovrebbe”: 1) “Approvare esclusivamente investimenti in programmi d’armamento, basati su una rigida valutazione costi/benefici, come previsto dai principi di contabilità analitica-industriale, con una certificazione di un’Autorità pubblica preposta” oppure 2) “Mantenere lo stato attuale, approvando investimenti in programmi d’armamento, senza una valutazione costi/benefici, senza l’applicazione dei principi di contabilità analitica-industriale, nonché senza una certificazione di un’Autorità pubblica preposta”. L’opzione più votata è stata la prima, con 19.207 preferenze, quindi il Movimento 5 Stelle promuoverà una riforma all’americana del sistema di controllo del budget per le spese militari.