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Ecco cosa pensa Silvio Berlusconi su Forza Italia, Toti e Salvini

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Il muro invisibile che ha alzato per non finire prigioniero della morsa sovranista di Matteo Salvini e Giorgia Meloni, e soprattutto dell’asse tra il leader del Carroccio e il governatore ligure forzista Giovanni Toti uscito rinvigorito dalla vittoria di Genova in particolare, Silvio Berlusconi lo avrebbe messo a punto da tempo. E prevede nelle prossime settimane un protagonismo felpato del presidente del parlamento europeo Antonio Tajani, tra i fondatori di Forza Italia, da sempre vicinissimo all’ex premier e ora in una posizione di grande prestigio all’interno di quel Ppe, le cui politiche moderate Berlusconi da sempre contrappone a quelle dell’area sovranista anti-euro, pur sottolineando che le politiche della Ue vanno riformate.

Questo non significa, dicono i bene informati, che Tajani  sarà investito del ruolo di futuro candidato premier, “ma la sua linea autorevole che coincide con quella di Berlusconi di fatto si contrapporrà a quella filo-leghista di Toti”. E, comunque, la differenza è che mentre Tajani è da sempre convinto assertore dell’unità del centrodestra ma con una legge proporzionale, Toti è per il maggioritario. Berlusconi, che, come Formiche.net aveva anticipato, nonostante la vittoria di Genova, con la Lega primo partito, intende rilanciare sul sistema tedesco, al massimo sarebbe disposto, se proprio il Germanellum non potrà essere rilanciato partendo magari stavolta dal Senato, a cedere su un premio di governabilità alla coalizione. E in ogni caso da Arcore anche ieri è stato sottolineato che “Forza Italia resta primo partito della coalizione”.

In particolare sarebbero state apprezzate le vittorie azzurre in ex regioni rosse, a cominciare dall’Emilia Romagna e la Toscana. Ma in che misura Tajani, ovviamente compatibilmente con il suo incarico europeo, affiancherà sempre più Berlusconi in questo piano che, come ieri l’ex premier ha ribadito in una nota, vede un centrodestra “dal profilo moderato, dai valori e dalle radici cristiane”?  Nei giorni scorsi, sembra il 24 giugno, il presidente del Parlamento europeo avrebbe tenuto una importante riunione preparatoria per l’evento annuale che tiene ogni anno a settembre a Fiuggi della componente italiana del Ppe. Certo, è un’iniziativa che si ripete da molto tempo, ma stavolta sembra essere destinata ad avere un rilievo particolare negli equilibri interni al centrodestra. Per questo Tajani starebbe sempre più coinvolgendo tutte, ma proprio tutte le anime di Forza Italia, dall’area sovranista di Daniela Santanchè, a quella di Toti che propugna una federazione con la Lega, se non addirittura il partito unico.

Un lavoro sotto traccia, fatto da Tajani, ma evidentemente con il chiaro obiettivo di non dare campo libero al sovranismo e al suo principale alleato forzista, come il governatore ligure, anche se certamente Berlusconi a Toti non ha fatto mancare i suoi complimenti, viene ormai visto. E, comunque, c’è anche chi dice che alla fine l’arma segreta di Berlusconi per disinnescare le mire sulla leadership di Salvini e sparigliare i giochi in casa leghista, come già ha provato a fare, potrebbe essere la candidatura a premier di un governatore del Nord del Carroccio: nei mesi scorsi aveva già lanciato il nome del presidente veneto Luca Zaia, che però si dice anche un po’ irritato avrebbe subito declinato l’invito. Ma c’è anche chi maliziosamente dice che in realtà quello era un modo per iniziare a sondare il terreno e creare un po’ di scompiglio nella Lega, perché in realtà l’obiettivo potrebbe essere di candidare a premier un altro, molto più potente di Zaia in Via Bellerio, governatore leghista: Roberto Maroni, il presidente lombardo con il quale Berlusconi ha sempre avuto buoni rapporti. Indiscrezioni maliziose sui piani attribuiti al Cav e non certo ai governatori leghisti.

Ma questa potrebbe essere una proposta che Berlusconi potrebbe tirare in ballo solo alla fine. E certamente creando un certo scompiglio nel Carroccio. Comunque finirà, nella partita a scacchi per la leadership del centrodestra, che ieri ha avuto un’accelerazione, Berlusconi sembra ben intenzionato a non mollare lo scettro a Salvini. Che comunque ieri sera ha usato toni diplomatici del tipo: “Io sono un moderato, liberale, cerco di risolvere i problemi”.

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