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Perché alla fine sul clima avrà ragione Donald Trump

Prevedo questo sul clima. Tra qualche anno saremo costretti a prendere atto di alcune verità già evidenti: che le emissioni di Co2 non diminuiscono (non succede mai da 30 anni) nonostante gli impegni draconiani e costosi dei governi; che le temperature del pianeta non aumentano esponenzialmente come si sostiene (non succede, in realtà, già da 15 anni); che l’inquinamento creato dai fumi composti è più grave dell’effetto riscaldante creato dai gas serra; che un clima più caldo e’ molto più utile all’umanità che il ritorno a temperature più fredde (che, purtroppo, sono invece nell’ordine delle cose possibili); che esiste un problema (dopo 30 anni di intensa penetrazione delle tecnologie rinnovabili di prima generazione ) di smaltimento di esse; che il vero tema delle tecnologie rinnovabili non è la loro moltiplicazione incontrollata ma la loro efficienza (uso h24); che le fonti fossili, a partire dal gas, più che criminalizzarle o sfruttarle scriteriatamente, è meglio usarle, saggiamente, come risorse scarse da trattare con la tecnologia; che il prossimo salto energetico dell’umanità sara’ l’uso della fusione nucleare come fonte energetica.

Tutte queste cose saranno, forse, gà’ il tema di svolta concettuale delle prossime Conferenze sul clima. E comunque, lo si voglia o no, lì si va! Ci piaccia o no, se succederà questo (e, vedrete, succederà) saremo costretti, imbarazzati e frustrati, a dover parlare bene di un certo Trump. Almeno sul clima. Ahimè.


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