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Cosa farà l’Italia per prevenire l’estremismo jihadista

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C’è voluto un anno e mezzo, ma alla fine la Camera nei giorni scorsi ha approvato la legge per la prevenzione della radicalizzazione e dell’estremismo jihadista presentata nel gennaio 2016 da Andrea Manciulli (Pd) e da Stefano Dambruoso (Civici e innovatori). Ora il testo è passato al Senato ed è fondamentale che venga definitivamente approvato entro la fine della legislatura per non perdere altro tempo prezioso.

All’Italia manca una legge del genere, che non a caso era sollecitata da tempo dagli investigatori e dagli esperti di antiterrorismo, perché la prevenzione sarà la chiave per evitare che anche sul territorio nazionale si creino in futuro sacche di radicalismo alimentate soprattutto dai giovani. L’obiettivo della legge è creare una collaborazione tra tutti i soggetti istituzionali interessati, a cominciare dai settori dell’istruzione e del lavoro.

L’Italia è all’avanguardia nella normativa antiterrorismo con l’approvazione del decreto del febbraio 2015, un mese dopo l’attacco alla redazione di Charlie Hebdo a Parigi, ma è la propaganda jihadista attraverso il web e i social network che preoccupa e che fa adepti fra i giovani. Nella sua ultima newsletter Manciulli (presidente della delegazione italiana presso l’Assemblea della Nato e vicepresidente della commissione Esteri della Camera) ricorda che “parliamo di un fenomeno che conta nel mondo una fetta di persone sopra le 50mila unità e, soprattutto, riguarda uno spaccato di età che va dai 14 ai 25 anni. Si tratta di ragazzi molto spesso senza alcuna alfabetizzazione islamica, ma che, invece, risentono della nuova ondata tecnologica e che simpatizzano per Daesh”.

Ecco quindi l’importanza della prevenzione. È previsto un Centro nazionale sulla radicalizzazione (Crad) presso il dipartimento Immigrazione del ministero dell’Interno che dovrà elaborare annualmente un Piano strategico nazionale, a sua volta da approvare da parte del Consiglio dei ministri. Presso la prefettura di ogni capoluogo di regione ci sarà un Centro di coordinamento regionale e nascerà un Comitato parlamentare per monitorare i fenomeni di radicalizzazione e di estremismo nelle scuole, negli ospedali, nelle carceri, nei luoghi di accoglienza dei migranti.

Altri due punti assumeranno particolare importanza. Sarà avviata una formazione specialistica, anche con la conoscenza di lingue straniere, per forze dell’ordine, forze armate, amministrazione penitenziaria, garanti dei diritti dei detenuti, docenti e dirigenti di scuole e università, operatori sociali e socio sanitari, polizia locale. Tutti costoro diventeranno delle “sentinelle” per cogliere segnali o dettagli potenzialmente rischiosi. Inoltre, nascerà un portale informativo e saranno avviate campagne informative su piattaforme multimediali mentre la Rai, come concessionaria di servizio pubblico, metterà in onda prodotti informativi in italiano e in arabo. Tutti i cittadini dovranno essere in grado di comprendere l’importanza della prevenzione (concetto molto diverso dalla delazione) ed essere messi nelle condizioni di conoscere elementi oggi riservati agli addetti ai lavori, sperando che da Palazzo Madama arrivi al più presto il via libera definitivo.

Qui è possibile leggere una scheda sintetica della proposta di legge.

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