Come negli altri anni prima delle brevi vacanze estive con la famiglia, Matteo Renzi sta pensando a quali libri portare con sé. Gli suggeriamo alcuni titoli che ci sembrano adatti a lui e alla sua formazione: Il Giornalino di Gian Burrasca, Capitan Fracassa, Le avventure del barone di Münchhausen. Terminate queste letture potrebbe cimentarsi con un classico: Le avventure di Pinocchio. Storie di un burattino. Fin da ora lo avvertiamo che Carlo Collodi è solo uno pseudonimo del vero autore, Carlo Lorenzin, il quale, però, non c’entra nulla col ministro della Salute.
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Cgil, Cisl e Uil sono talmente interessati ai problemi dei giovani che, nel confronto aperto con il Governo, stanno cercando di proteggerli – col trattamento minimo di garanzia – per quando saranno pensionati. In sostanza, per le organizzazioni sindacali la condizione indispensabile per avere dei diritti è quella di essere in quiescenza.
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Sapevamo della passione di Romano Prodi per la bicicletta, ma non che avesse anche l’attitudine per i campeggi. Eppure da un po’ di tempo a questa parte non fa altro che parlare di dove vuole piazzare la sua tenda.
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Dalli al Fiscal compact! È ormai aperta la caccia alla nuova formulazione dell’articolo 81 della Costituzione accusata di imporre un ‘’equilibrio’’ (vade retro, Satana!) tra entrate ed uscite nel bilancio dello Stato. Ha fatto bene Mario Monti a ricordare, in una delle sue ultime interviste, che anche la versione scritta dai Padri costituenti non predicava certo il lassismo dei conti pubblici, ma imponeva l’obbligo di dare copertura alle nuove spese.
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Qualcuno potrebbe avere la faccia tosta di affermare che, in realtà, il disposto dell’articolo 81 ancien règime veniva quasi sempre eluso o violato. Il fatto è che, in questo comportamento ricorrente fino a divenire abituale delle istituzioni italiane, sta la spiegazione del perché i nostri partner europei ci hanno chiesto di ‘’costituzionalizzare’’ il fiscal compact ed ora osservano con motivata preoccupazione i nostri mal di pancia.