La parola kalokagathia ha fatto ridere generazioni di liceali, ma è l’ideale filosofico greco di perfezione fisica e morale. Chissà se il premier greco Tsipras ci ha pensato quando ha dichiarato che l’emissione dei bond è stata un successo assoluto. E che la risposta del mercato “conferma il cammino positivo dell’economia greca”. È il modo moderno di raggiungere la kalokagathia? Filosofia greca in salsa tedesca? Tralasciamo poi le dichiarazioni del ministro dell’economia Euclide Tsakalotos.
Ricordiamo l’origine e la cultura “marxista” del governo greco, che ha promosso liste anche in Italia con la presenza di tanti eco-catastrofisti, giornalisti a la plage, intellettuali al caviale.
La Borsa risponde, pare ci sia la fiducia nei mercati. Si celebra. Qualcosa si muove? Come? A parte le privatizzazioni come le ferrovie, guardiamo al settore energetico. Mentre gli Tsipras de noantri eco-catastrofisti sono per il total public in economia, in Grecia si cede il 25% della società elettrica ai cinesi. Si dirà è la svendita crudele causa ricatto della Troika! Ma passiamo all’economia principale della Grecia: il turismo.
Isole, mare azzurro, pianure e colline piene di ulivi. Ma puntando la curiosità di house of gas come un cannocchiale notiamo che la culla della cultura occidentale sta procedendo decisa sull’industria energetica, candidandosi a vero e proprio hub energetico. Anzi. Sull’energia la Grecia è già l’hub dei Balcani. Quei Balcani che come abbiamo già visto su Formiche.net dovranno riconvertire una industria elettrica che oggi produce al 90% a lignite (neppure a carbone).
La Grecia sulle mappe della geopolitica ha già deciso. Ha deciso proprio in quel periodo di estrema tensione a cavallo del famoso referendum. Tsipras non perse tempo, andò ad incontrare zar Putin, non litigó con gli “americani”, non fece campanilismi o nazionalismi verso il sultano turco Erdogan. Risultato: già in arrivo il Turkistream e nuovi tracciati di gasdotti in programma. Con una visione di cooperazione energetica del Mediterraneo (leggere alla voce East Med) con Israele e Cipro. E per Cipro si tratta di solido pragmatismo geopolitico visto i precedenti storici.
E ricordiamolo ancora una volta con un po’ di ironia, che di ulivi in Grecia ce ne sono parecchi. Poi avanti con il rigassificatore offshore al largo di Alexandroupolis nel nord est del Paese, al fine di concretizzare un’ambizione al protagonismo nella corsa al gas che è sempre meno nascosta. La Grecia va avanti nella corsa all’oro azzurro. O indietro, a seconda. Noi? In ipnosi collettiva.
Gli stessi sostenitori di Tsipras de noantri o altri ecocatastrofisti dicono no a tutto: dal gasdotto Tap in Puglia (che passa dalla Grecia) fino a un deposito Gnl, in una zona industriale come quella del porto di Ravenna. Avanti verso la transizione energetica, anzi indietro.