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Come si muovono al centro Alfano, Casini, Cesa, Della Vedova e Zanetti

Chi nel centrodestra, chi nel centrosinistra e chi, invece, si trova ancora in mezzo al guado. Per la variegata galassia popolare e liberale italiana – caratterizzata negli ultimi anni dalla nascita di un numero quasi indefinito di movimenti e sigle – si avvicina il momento della verità. O, meglio, delle scelte definitive in vista delle prossime elezioni. E se in alcuni casi la collocazione politica è chiara, in altri invece appare ancora tutta da decifrare.

LEGGE ELETTORALE DECISIVA

Tutto, o quasi, dipenderà ovviamente dalla legge elettorale con cui gli italiani saranno chiamati alle urne presumibilmente nei primi mesi del prossimo anno. Assai probabile, a questo punto, che si voterà con il proporzionale ma qualche dubbio non irrilevante rimane: l’eventuale premio di maggioranza sarà alla coalizione o alla lista? E quanto sarà elevata l’eventuale clausola di sbarramento per accedere in Parlamento? Domande destinate a incidere direttamente sulle decisioni che i vari soggetti politici di area centrista assumeranno. Con il premio alla coalizione, ad esempio, molti movimenti potrebbero presentarsi da soli o aggregarsi tra loro nell’ambito del centrodestra o del centrosinistra mentre con il premio alla lista si innescherebbe un inevitabile processo di semplificazione attorno ai partiti più importanti, rispettivamente il Partito democratico da un lato e Forza Italia dall’altro. Per restare nel campo del centrodestra, è stato il responsabile degli Enti locali del partito di Silvio Berlusconi, Marcello Fiori, a dire a Formiche.net che solo con il premio alla lista vedrebbe la luce la famigerata lista centrista di cui si è iniziato a parlare dopo le dimissioni da ministro di Enrico Costa.

I DUBBI DI ALFANO

In questa fase i dubbi principali si addensano su Angelino Alfano e sulla sua Alternativa popolare, nata dopo la rottamazione del Nuovo Centrodestra. Il ministro degli Esteri e i suoi saranno schierati nel centrodestra o nel centrosinistra alle prossime elezioni? Difficile dirlo al momento, anche se è probabile che alla fine rimanga dov’è, coerentemente con il percorso al governo portato avanti in questi anni con il Pd. Secondo alcuni rumors raccolti da Formiche.net, Alfano potrebbe sfruttare il relax delle ferie agostane per trovare un accordo con i dem e riannodare i suoi rapporti con Matteo Renzi. Il quale non si esclude che proprio in questi giorni di vacanza telefonerà al leader di Alternativa popolare per superare i recenti e fragorosi dissapori, sfociati in una serie di dichiarazioni al veleno dall’una e dall’altra parte. Nessun ritorno a casa dunque per Alfano, almeno stando agli ultimi rumors: l’ex ministro dell’Interno non sarebbe riuscito nell’intento, coltivato tra giugno e luglio, di riavvicinarsi a Berlusconi e molti dei suoi vecchi alleati. Una strategia che sarebbe dovuta passare dalla Sicilia dove, però, l’asse con Gianfranco Micciché non ha ancora portato all’individuazione di una candidatura di centrodestra alternativa a quello di Nello Musumeci. E più passa il tempo e più è probabile che non accada, tanto che, secondo Repubblica, sull’Isola Alternativa popolare potrebbe tornare a fare asse con il Pd dopo gli anni di Rosario Crocetta.

LE DECISIONI DI CASINI E CESA

Molto più nitide, invece, le posizioni di Pier Ferdinando Casini e Lorenzo Cesa, una vita politica spesa nello stesso partito prima della decisione consensuale di separarsi maturata in occasione del referendum costituzionale dello scorso 4 dicembre. A cui il primo voto convintamente Sì e il secondo convintamente No. Una distanza che appare confermata dalle ultime notizie e indiscrezioni. Casini è ormai definitivamente orientato a sostenere il centrosinistra sia a livello nazionale – si vocifera che due esponenti a lui storicamente vicini come Gianpiero D’Alia e Gian Luca Galletti saranno candidati direttamente nelle liste del Pd – che in Sicilia, dove potrebbe spuntare pure una candidatura di natura centrista (proprio quella dell’ex ministro della Funzione pubblica D’Alia). Cesa, invece, si collocherà insieme all’Udc – di cui è segretario – nel campo del centrodestra: come materialmente si presenterà alle politiche è presto per dirlo, ma pare stia lavorando alla creazione di un movimento che faccia espresso riferimento al Partito popolare europeo. In sintonia con il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, al quale è legato da un rapporto di amicizia e per la cui elezione a Strasburgo si è lungamente speso in prima persona. Un progetto portato avanti anche in accordo con Berlusconi.

SIRENE DI CENTRODESTRA PER ZANETTI

Più in bilico, invece, Scelta Civica di Enrico Zanetti, corteggiato dal Cavaliere per andare a rinforzare l’anima liberale del centrodestra come svelato da Formiche.net. L’ex viceministro dell’Economia, al momento, non ha ancora preso una posizione ufficiale ma da tempo sarebbe “in sofferenza per l’esaurimento della fase riformista del Pd a trazione renziana e per l’avanzata di una sinistra a guida dalemiana e bersaniana in cui ben poco si riconosce“. Nessuna sorpresa quindi se alla fine dovesse cedere alle sirene berlusconiane, tanto più nell’ottica di poter collaborare a una battaglia economica a lui molto affine come quella per l’introduzione in Italia della flat tax.

GLI EUROPEISTI ALLA FINESTRA

Ancora in fase embrionale, invece, il percorso politico di Forza Europa, il movimento creato dal sottosegretario agli Affari esteri Benedetto Della Vedova che è ufficialmente presentato a fine luglio. Non è neppure ancora chiaro se correrà alle elezioni oppure no ma, vista la mission e il suo stesso nome, è difficile ritenere che possa entrare in un centrodestra vecchie maniere formato pure da Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Né sembra deporre per una soluzione del genere l’adesione al progetto della leader radicale Emma Bonino e del ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda: due personalità che fanno dell’europeismo un vero e proprio elemento caratterizzante. Se Forza Europa si presenterà alle urne insomma – circostanza nient’affatto scontata peraltro – pare assai complicato che lo possa fare nel centrodestra.

(1. Continua)


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