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Come e dove andrà la Ferrari nel 2018

Il presidente di Ferrari Sergio Marchionne, commentando i risultati della seconda trimestrale (si veda altro articolo in pagina), ha spiegato che entro il primo trimestre del 2018 ci sarà un Investor Day di Ferrari , in cui sarà presentato il nuovo piano della casa di Maranello al 2022. Il numero uno del Cavallino ha così confermato in pieno le anticipazioni del 22 luglio di Milano Finanza, che aveva rivelato l’intenzione del top management della scuderia emiliana di far entrare la Rossa in una nuova fase strategica.

Quali saranno i target del nuovo piano? Marchionne è stato comprensibilmente abbottonato anche perché mancano ancora alcuni mesi all’appuntamento e a Maranello dovranno cercare di centrare gli obiettivi 2017 che sono stati confermati. Marchionne si è infatti limitato a dire che in teoria “è possibile raddoppiare i livelli di produzione a Maranello (nel 2017 le unità fabbricate sono stimate in 8.400, ndr). Le strutture ci sono già”. E ha poi chiesto agli analisti di pazientare fino alla presentazione del piano industriale. Inoltre ha fatto sapere che “quota 10 mila unità prodotte definisce un costruttore di piccoli volumi. Bisogna essere molto cauti una volta superato questo livello per preservare l’esclusività del brand, ma vi mostrerò cosa succede con un portafoglio di modelli modificato all’investor day a inizio 2018»”

Infine l’ultima informazione: “Sono terrorizzato che Ferrari perda l’esclusività. Ogni nuovo modello dovrà essere dello stesso calibro di quelli che già ci sono ora”. Un eventuale utility vehicle “non servirà per competere con Porsche. La maggiore sfida per noi è trovare un modo per equilibrare la forza del brand e l’esclusività”, ha spiegato Marchionne.

Tutti indizi, quelli rivelati ieri, che sono compatibili con quanto scritto da Milano Finanza il 22 luglio che ha rivelato come potrebbe essere la nuova Ferrari sulla base di un report di Ubs che nella nota affermava di aver incontrato recentemente il top management del Cavallino. Nel report la banca svizzera – da sempre in ottimi rapporti con Ferrari tanto da averne organizzato l’ipo del 2015 in qualità di global lead coordinator e senza dimenticare che lo stesso Marchionne è stato vicepresidente non esecutivo dell’istituto elvetico dal 2008 al 2010 – ha spiegato che il nuovo piano industriale al 2022 potrebbe avere target molto più aggressivi di quelli contemplati ora nelle previsioni dei broker. Nel dettaglio Ferrari dovrebbe puntare a raddoppiare i ricavi (stimati a 3,5 miliardi nel 2017) con una strategia a più sfaccettature che includerebbe anzitutto un incremento dei volumi delle unità prodotte.

Questo aumento potrebbe arrivare sino a 15 mila auto dalle stimate 8.400 di quest’anno e si concretizzerebbe tramite un allargamento a nuovi segmenti oltre a un significativo aumento dei prezzi e all’allargamento in maniera sostenuta del segmento delle edizioni speciali che ha dato già ottimi risultati quest’anno. Ma soprattutto il nuovo piano punterà tra il 2019 e il 2021 a una transizione sempre più accentuata dell’intero portafoglio Ferrari verso la tecnologia ibrida. Una mossa che permetterebbe al Cavallino di cogliere la grande domanda di tecnologie più pulite su alcuni mercati. Inoltre, sarebbe previsto anche il lancio di una nuova vettura “nel segmento degli utility vehicle” anche se, “non sarà un Suv”, come ha più spesso ricordato Marchionne.

L’obiettivo è avvicinare il margine ebitda di Hermès, ovvero il titolo più caro al mondo e l’emblema stesso del segmento luxury cui secondo Marchionne Ferrari appartiene per diritto (e non al mero segmento automobilistico). “I nostri incontri recenti (con il management Ferrari , ndr) suggeriscono che la scuderia emiliana è molto determinata a raggiungere o superare il 36,5% di margine di ebitda con il prossimo piano industriale”, ha spiegato la nota della banca svizzera confermando il grado di ambizione del progetto .

(Articolo pubblicato da MF/Milano Finanza, quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)



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