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Harvey, tutti gli effetti della tempesta su energia e petrolio negli Usa

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Il disastro naturale più costoso della storia degli Stati Uniti. L’uragano Harvey ha già provocato danni che ammonteranno a circa 160 miliardi di dollari, l’equivalente di Katrina e Sandy messi assieme. Secondo Joel Myers, presidente della società di previsioni meteo “AccuWeather”, i danni causati rappresentano lo 0,08% del pil Usa (19mila miliardi). “Questo è solo l’inizio del disastro – ha detto -. Parti di Houston, la quarta città più popolosa degli Usa, saranno inabitabili per settimane e forse mesi”.

GLI EFFETTI SUI FLUSSI

Le esportazioni di greggio, vietate prima del 2015, sono aumentate fino a superare un milione di barili al giorno, a volte, quest’anno finendo in Cina, Olanda e Peru. Harvey ha chiuso molti di questi flussi. I porti lungo la costa del Texas, tra cui Houston e Corpus Christi, sono stati chiusi e ora anche alcuni in Louisiana. La produzione di combustibile si è molto ridotta. Circa il 20% della capacità di raffinazione del petrolio americano è stata bloccata a causa della tempesta e la percentuale sta salendo mentre Harvey ha iniziato a procedere verso Est, minacciando altri impianti.

L’ANALISI DEL WALL STREET JOURNAL

Secondo il Wall Street Journal, la tempesta tropicale Harvey sta cambiando e cambierà i flussi di petrolio in tutto il mondo. Dall’ultima volta che una tempesta ha attraversato la Costa del Golfo grandi quantità di petrolio e gas naturale sono state estratte dalle formazioni shale negli Stati Uniti. Se la produzione di questi giacimenti pesa per una piccola frazione sul mercato globale, bisogna sapere che da lì deriva un immenso volume di benzina, di prodotti chimici, plastica e greggio. Questo significa, scrive il quotidiano americano, che Harvey avrà conseguenze di proporzioni globali. E la costa americana del Golfo del Messico è stata al centro di questo cambiamento.

IL RUOLO DEL GOLFO

L’area infatti è diventata un collegamento fondamentale nella catena energetica globale. Le spedizioni dalla regione soddisfano il 6% della domanda globale di petrolio e di altri combustibili derivati, il doppio rispetto al 2012 secondo quanto riferisce Barclays. Questo significa che Harvey che è la più grande tempesta che ha colpito il Texas negli ultimi 50 anni potrebbe causare carenze che interesseranno i consumatori da Houston a Pechino.

LE STIME DI EIA E JP MORGAN

Secondo l’Eia (Energy information administration) Paesi come il Messico prendono la metà della benzina dagli Usa, e per questo, credono gli analisti, subiranno effetti importanti. Secondo gli analisti di Jp Morgan “le conseguenze di una interruzione delle forniture si avvertiranno nei prezzi dei prodotti petroliferi in America Latina ed Europa fino all’Asia”. Gli Stati Uniti infatti sono diventati esportatori di prodotti raffinati nel 2011. L’export di benzina è aumentato del 33% quest’anno rispetto al record dello scorso anno. Circa il 17% della benzina fatta nella Costa del Golfo e il 39% del diesel prodotto quest’anno è stato esportato, dice la società di consulenza Turner Mason & Co.

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