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Nave Iuventa, tutte le accuse contro la Ong tedesca Jugend Rettet

E’ con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina che il giudice per le indagini preliminari di Trapani, Emanuele Cersosimo, ha disposto il sequestro preventivo della nave Iuventa. L’imbarcazione – che batte bandiera olandese – operava nella fascia di Mediterraneo che va dall’Italia alla costa libica per conto dell’organizzazione non governativa tedesca Jugend Rettet, una di quelle che hanno rifiutato di sottoscrivere il codice di condotta voluto dal ministro dell’Interno Marco Minniti e accettato pure in sede europea.

Due circostanze comunque non collegate, ha precisato il procuratore aggiunto di Trapani Ambrogio Cartosio (nella foto). Il quale – nel corso della conferenza stampa organizzata per spiegare il perché della misura cautelare e i dettagli dell’inchiesta – ha tratteggiato un quadro piuttosto inquietante a proposito del modo di procedere della Iuventa e del suo equipaggio: “È accertato che, seppure questa imbarcazione in qualche caso intervenga per salvare vite umane, in più casi invece tali azioni non avvengono a fronte della sussistenza di un imminente pericolo di vita. I migranti vengono scortati dai trafficanti libici e consegnati non lontano dalle coste all’equipaggio che li prendono a bordo della ‘Iuventa’. Non si tratta dunque di migranti ‘salvati’, ma recuperati, potremmo dire consegnati. E poiché la nave della Ong ha ridotte dimensioni, questa poi provvede a trasbordarli presso altre unità di Ong e militari“.

(Jugend Rettet, ecco uomini, conti e sberleffi della Ong tedesca pizzicata dalla Polizia. L’inchiesta di Bechis)

Da qui la formulazione dell’ipotesi di reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, al momento ancora contro ignoti. Un’attività per la quale gli operatori a bordo della Iuventa non avrebbero percepito alcun guadagno economico. “La motivazione riteniamo resti essenzialmente umanitaria: l’unico ritorno possibile ed eventuale potrebbe essere di immagine e di donazioni“, ha spiegato ancora Cartosio.

Secondo le indagini, peraltro, i membri dell’equipaggio avrebbero anche fatto in modo di ridare tre imbarcazioni alle organizzazioni di scafisti: in tal senso non le avrebbero distrutte o consegnate alle autorità italiane come sarebbe stato lecito attendersi, bensì le avrebbero lasciate alla deriva così da consentire il loro recupero. Una circostanza che sembrerebbe confermata dalle foto scattate dalla Polizia. Nelle istantanee (che mostriamo di seguito in formato video) si può vedere un gommone della Iuventa che traina una piccola imbarcazione verso le acque territoriali libiche e diverse situazioni di contatto – o comunque vicinanza – tra la nave e le barche degli scafisti.

Come mostriamo qui, ci sono poi delle intercettazioni realizzate sempre dalla Polizia dalle quali emerge chiaramente la ritrosia dell’equipaggio della Iuventa a collaborare con le autorità italiane: “Non diamo alcuna fotografia ove in qualche modo si possano vedere persone che potrebbero essere identificate. Su questo noi non contribuiamo“.

Parole difficilmente equivocabili che hanno contribuito alla disposizione del sequestro preventivo da parte della procura di Trapani. “Le indagini, avviate nell’ottobre del 2016 e condotte con l’utilizzo di sofisticate tecniche e tecnologie investigative, hanno consentito di raccogliere elementi indiziari in ordine all’utilizzo della motonave Iuventa per condotte di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina“, è scritto nel comunicato stampa della Polizia che annunciava il sequestro del peschereccio. Stabilmente dedito – si legge ancora – “al soccorso di migranti in prossimità delle coste libiche ed al loro trasbordo su altre navi sempre in acque internazionali, permanendo abitualmente nel Mar Libico, in prossimità delle acque territoriali del Paese africano“. Il sospetto, per dirla in parole povere, è che vi fosse una qualche forma di accordo con gli scafisti. “La Iuventa non è stata confiscata, l’equipaggio non è stato arrestato. Quello che è successo è una procedura standard. Aspettiamo altre informazioni”, è il commento arrivato dalla Ong Jugend Rettet.

(Jugend Rettet, ecco uomini, conti e sberleffi della Ong tedesca pizzicata dalla Polizia. L’inchiesta di Bechis)

Nell’ordinanza che dispone il sequestro – citata oggi da Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera – il gip ha lasciato pochissimo spazio a dubbi. E, nel commentare le foto e i video della Polizia  ha scritto: “Una imbarcazione non identificata ed una motovedetta della Guardia Costiera libica hanno scortato 3 barconi pieni di migranti nella zona di mare al largo della località di Zwara ove stazionava la Iuventa per poi allontanarsi immediatamente dopo l’inizio delle operazioni di imbarco dei migranti a bordo della motonave battente bandiera olandese, modalità che dimostrano inequivocabilmente l’effettuazione di una vera e propria “consegna concordata” di migranti e l’assenza di una situazione di pericolo immediato per i migranti che avrebbe reso necessario un intervento di soccorso in alto mare“.


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