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Chi non ha raccolto l’appello a prendere le distanze da Maduro

Cari intellettuali e politici filo-chavisti, cosa dite delle malefatte di Maduro in Venezuela?” Con questo titolo – due settimane fa – la giornalista di Formiche.net, Rossana Miranda, ha scritto una lettera aperta ai tanti (troppi) italiani che fino a poco tempo fa hanno sostenuto il regime del successore di Hugo Chavez: tra gli altri, Fausto Bertinotti, Nichi Vendola, Gianni Minà, Gianni Vattimo, Domenico Losurdo, Manlio Di Stefano e Ornella Bertorotta. Un vero e proprio appello, quello della giornalista venezuelana, in nome del preminente interesse dei suoi connazionali. Ma non ci sono state le prese di distanza auspicate. Se ne è accorto pure il Corriere della Sera, che all’iniziativa di Miranda ha dedicato un articolo, senza citare (chissà perché) Formiche.net.

Poco male, l’importante è continuare a parlare del dramma politico-economico-sociale che coinvolge i cittadini del Venezuela. “Spero che abbiate a cuore anche il popolo venezuelano, composto di cittadini di ogni colore e razza, la cui incolumità fisica è minacciata quotidianamente, così come il loro sistema democratico: oggi mancano i beni di prima necessità, dalle medicine al cibo, ma anche il diritto di esprimersi con il voto“. Parole che ben descrivono la quotidiana battaglia per la sopravvivenza e la libertà che si combatte per le strade di Caracas e delle altre città del Paese, a cui si aggiungono i regolari e violenti scontri con le forze del regime Maduro.

Una violenza confermata dagli arresti degli ultimi giorni del leader dell’opposizione Leopoldo Lopes e dell’ex sindaco della capitale venezuelana Antonio Ledezma, la cui figlia, Vanessa, vive in Italia da sette anni. Intervistata ieri da Miranda, ha detto: “Vedere mio padre trattato come un delinquente, portato via all’alba, di nascosto, senza sapere da chi e perché. Spintonato e aggredito, vestito ancora con il pigiama. Una persona di una certa età. È il momento più difficile che ho vissuto in questi anni. E quello non lo perdonerò mai al regime di Maduro“.

Di fronte a questo dolore e a queste sofferenze difficile pensare che non si possa prendere con decisione le distanze da chi, oggi, guida il Venezuela. Eppure così non sta andando, nonostante l’appello di Miranda che, in chiusura della sua lettera, chiedeva ai politici e intellettuali italiani – soprattutto a chi, nel corso del tempo aveva assunto posizioni filo-Maduro – di dare inequivocabili segni di solidarietà e vicinanza dei venezuelani: “È il momento di superare le divisioni politiche e fare ognuno tutto quello che è possibile per migliorare la situazione in Venezuela. A Fausto Bertinotti, Nichi Vendola, Gianni Minà, Gianni Vattimo, Domenico Losurdo, Manlio Di Stefano ed Ornella Bertorotta, chiedo di dare una mano per fare pressione sul governo venezuelano per accettare gli aiuti per i beni di prima necessità e per ripristinare la vita democratica di un Paese dove in tanti sognavano un mondo migliore e si ritrovano in un incubo quotidiano. In momenti di crisi, un consiglio da parte di chi è stato (o resta dalla nostra parte), vale più di mille critiche, minacce e sanzioni“.

Ma la risposta – come ha registrato il Corriere – non è che sia stata così convincente. “Il problema non è Maduro, il problema è il petrolio del Venezuela, che gli Stati Uniti vogliono“, ha commentato ad esempio Gianni Minà. Più complessa la posizione di Bertinotti mentre l’intellettuale marxista Diego Fusaro non ha dubbi: “Sono i paramilitari non governativi che ammazzano. Se Marx, Gramsci e Lenin fossero vivi ora sarebbero qui a difendere il comunista e patriota Maduro dall’aggressione americana che, come nel Cile del ‘73, punta ad abbattere un governo che resiste al capitalismo globalizzato“.

Discorso diverso, invece, per i parlamentari cinquestelle citati da Miranda – Manlio Di Stefano e Ornella Bertorotta – mai così espressamente schierati a sostegno di Maduro e oggi, anzi, apertamente contro di lui. “Chiediamo che sia costituita quanto prima una commissione d’inchiesta Onu con ispettori internazionali sul territorio venezuelano, che verifichi la regolarità del voto e che, al contempo, si occupi di appurare eventuali violazioni dei diritti umani accertandone le cause e i responsabili“, ha scritto ieri il movimento guidato da Beppe Grillo.


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