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Storia dell’opposizione araba agli Stati Uniti

In questi giorni in cui il terrorismo islamista ricomincia a colpire sempre più vicino, una buona lettura per capire come il mondo arabo vede l’America e l’Occidente è quello che ci vuole, L’occasione ci è offerta Azzurra Meringolo Scarfoglio, con il suo libro “Il sogno antiamericanoviaggio nella storia dell’opposizione araba agli Stati Uniti”. La prefazione è dell’Ambasciatore Roberto Toscano.

Nell’analisi delle centinaia di interviste ottenute in giro per il mondo nei dieci anni di preparazione per la stesura di questo libro-inchiesta, l’Autrice, coraggiosamente, si spinge nel pericoloso campo minato socio-ideologico ed quello “di comodo”, offerto al popolo dai governanti ogni qualvolta sia necessario coprire con una pietosa foglia di fico inefficienza e corruzione. La struttura è quella classica: una solida premessa, un’introduzione, un’articolazione in sei capitoli tematici ed uno di conclusione. Notevolmente ricca è la bibliografia, vera miniera d’oro per coloro che vorranno approfondire. Conoscere non basta, occorre “capire”.

Nel primo capitolo, l’analisi si incentra sulle radici dell’antiamericanismo arabo. Origini che sono remote, e risalgono a quando gli Usa ancora non c’erano. Con il tempo una sorta di processo di sostituzione del mondo occidentale con quello americano, favorito dall’incontro degli arabi con l’american way of life, ha portato al diffondersi di uno spiccato contrasto culturale. Successivamente, la politica estera americana nella regione e il crescente sviluppo dei media locali hanno completato l’opera.

Il secondo capitolo, L’antiamericanismo come ultimo rifugio delle canaglie, è auto-esplicativo già nel titolo e si riferisce all’uso di copertura che spesso, sebbene in modo differenziato nei vari Paesi, ne fanno o ne hanno fatto i governanti, dagli “alleati” sauditi al “nemico” Gheddafi, fino ai vari dittatori di estrazione militare o confessionale. Capitolo, questo, dove l’A. dimostra tutta la sua tenacia ed il suo coraggio. Il libro è dedicato alla memoria di Giulio Regeni.

Nel terzo capitolo, Tutta colpa di Washington: i complotti Usa nella regione, si esamina il fenomeno della “teoria nel complotto” come causa ed alimentazione dell’antiamericanismo. L’A. ha potuto osservare come questa sia una visione assai comune, trasversale a classi sociali, assetti culturali, oppressi ed oppressori. Radicata è la convinzione che il tutto sia generalmente pilotato da Israele, per mantenere il mondo arabo in uno stato di permanente frammentazione.

Il quarto capitolo, Alleati sì, ma con riserva, si incentra sull’ambivalente rapporto con la Casa Bianca, descrivendo le varie sfumature di grigio dell’antiamericanismo latente in larghi strati della popolazione di Paesi “amici” ed “alleati”. A parte il caso Libia, Marocco, Tunisia, Giordania e Libano non ne sono affatto esenti.  Marchi come Coca Cola e McDonald, simboli della soft power americana, sono i bersagli preferiti. Per ciò che riguarda l’Arabia Saudita, vale il ritornello “noi apprezziamo e vogliamo assimilare la vostra tecnologia, ma nella salvaguardia delle nostre tradizioni”. Alla “salvaguardia” provvedono gli ulema con le loro rispettatissime fatwa.

Il quinto capitolo, Dall’idealismo al pragmatismo, esamina i diversi approcci delle forze arabe di “resistenza” agli Stati Uniti. Dall’irriducibilità dell’odio da parte degli sciiti filo-iraniani di Hezbollah al pragmatismo dei palestinesi di Hamas. Ma il caso più inquietante è la nuova radicalizzazione che sta prendendo piede in Egitto, dove la sterilizzazione della “primavera araba” e l’aver posto fuori legge la Fratellanza Musulmana sta creando nei giovani un malcontento che rasenta la rabbia e, tra gli adepti in clandestinità, un facile terreno di coltura di forme jihadiste. L’emergere di una letteratura popolare ispirata al fondamentalismo è un potente veicolo di diffusione tra le masse.

Il sesto capitolo, Un Hussein alla Casa Bianca, è la narrazione di un film che abbiamo sotto gli occhi almeno da almeno una quindicina d’anni. La crisi dell’immagine statunitense, indotta con illusioni e delusioni dagli ultimi tre inquilini della Casa Bianca, se ha avuto ripercussioni da noi, è stata deleteria nel rapporto non solo degli Usa, ma di tutto l’Occidente con il mondo arabo.

In prefazione, l’ambasciatore Toscano a ragione valuta come Azzurra Meringolo Scarfoglio abbia condotto “un’analisi rigorosa, ma mai fredda”. Infatti, lungo tutto il percorso del libro appare evidente come il suo cuore sia rimasto con I ragazzi di piazza Tahrir.

IL SOGNO ANTIAMERICANO – Viaggio nella storia dell’opposizione araba agli Stati Uniti, di Azzurra Meringolo Scarfoglio – Casa Edritrice CLUEB, giugno 2017.
Pagine 199, euro 18,00.
Azzurra Meringolo Scarfoglio è giornalista professionista, PhD in Relazioni Internazionali all’Università Roma 3, dove è docente. Già caporedattore della rivista online Affarinternazionali, fa parte della redazione del Giornale Radio Rai. È autrice del libro “I ragazzi di piazza Tahrir”.


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