Gian Antonio Stella ricorda oggi sul Corriere della Sera che i nubifragi in Lunigiana ci sono sempre stati. E riporta un passo dell’Inferno di Dante in cui se ne ricorda una. Grazie a Dio, almeno per oggi, la colpa non sembra attribuita all’uomo che ha cambiato il clima. Certo l’accusa è in agguato.
Guardate Irma. Anche là nulla di nuovo. Gli uragani ci sono sempre stati e sempre ci saranno: finché la Terra sarà tonda, riceverà energia dal Sole, girerà intorno al proprio asse, avrà un’atmosfera e, grazie al respiro degli oceani (dove si concentra l’80% dell’energia della Terra), causerà, qua e là, i fenomeni atmosferici che chiamiamo cicloni, uragani, tornado, bombe d’acqua ecc. E causerà venti all’equatore che diventano tempesta ai Caraibi.
Eppure, vedrete, discetteranno di anomalie e cambi climatici. E i cambi climatici sono attribuiti all’uomo. Come se il clima fosse statico e non ciclico e cangiante, da sempre, per definizione.
Ci parleranno di temperature degli oceani, più caldi, e che causano movimenti atmosferici di variabile intensità. E, dunque, di anomalie. Ma chiedetegli: da quanti anni si misura la temperatura degli oceani? Da sempre? Come fate a dire che oggi sono più caldi, mettiamo, di mille anni fa? Gli oceani si misurano solo da quando ci sono i satelliti e reti distese di sensori posti a vari livelli di profondità. Dunque solo dagli anni ’70, da 40 anni. E che risultati danno? Molto controversi, a detta degli oceanologi: temperature cicliche, con alti e bassi e tendenza al rialzo. Ma su un ciclo di 40 anni. Poco per parlare di anomalie irreversibili e temperature degli oceani più alte di sempre.
Sapete qual è la vera “anomalia”, la vera colpa antropica, la vera responsabilità dell’uomo? Essersi messo di mezzo ai ciechi movimenti della natura. La Natura fa le sue cose. Siamo noi il fastidio. Se in Florida si sono costruite case sulla costa, se a Livorno o da altre parti si sono tombati i fiumi o costruito case a pochi metri da essi (non da oggi ma da secoli), ecco la colpa. In Italia siamo doppiamente colpevoli: abbiamo preteso di urbanizzare coste, colline, montagne, pianure. Dovevamo capire che la penisola è stretta, limitata, e ballerina. E andarcene da qualche altra parte del globo a costruire la civiltà italica.
Se l’uomo si facesse da parte o scomparisse si realizzerebbe il sogno degli ambientalisti: gli uragani tornerebbero liberi di scorrazzare senza danni come nel Pleistocene. Scusateci di esistere! Intanto, però, se invece di buttare soldi li usassimo per costruire case più sicure e intelligenti, a Livorno come in Florida, che resistano meglio a terremoti, uragani e bombe d’acqua, sarebbe un modo più “umano” e intelligente di convivere con l’ambiente e la natura. In attesa che gli ambientalisti ci cancellino dal globo.