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Perché la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio di Virginia Raggi per falso?

Virginia Raggi potrebbe finire sotto processo con l’accusa di falso. La procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio del sindaco nell’ambito dell’inchiesta sulla nomina, poi revocata, alla Direzione Turismo del Campidoglio di Renato Marra, il fratello dell’ex braccio destro del primo cittadino Raffaele, sotto indagine per il reato di concorso in corruzione. Spetterà comunque al giudice per le indagini preliminari pronunciarsi sulla richiesta dei pubblici ministeri e decidere se Raggi debba andare a giudizio oppure no. Lo stesso sindaco, però, oggi ha anche incassato una notizia positiva: archiviata l’altra accusa che le veniva mossa, quella di abuso.

L’ACCUSA DI FALSO

L’accusa di falso – formulata dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal pm Francesco Dall’Olio – si riferisce alle dichiarazioni rilaciate da Raggi all’Anticorruzione del Campidoglio. In quell’occasione il sindaco affermò che il ruolo di Marra nella nomina del fratello era stato “di mera pedissequa esecuzione delle determinazioni da me assunte, senza alcuna partecipazione alle fasi istruttorie, di valutazione e decisionali“. Per gli inquirenti – che citano in particolare un sms del 14 novembre scorso – le cose sarebbero andate diversamente: secondo la loro ricostruzione, la nomina sarebbe stata concordata dai due. La procura ha invece escluso un’aggravante su cui aveva lavorato durante le indagini: Raggi non ha comunque reso le sue dichiarazioni all’Anticorruzione con l’obiettivo di coprire un abuso d’ufficio.

LA BUONA NOTIZIA

Chiesta anche l’archiviazione per l’accusa di abuso che in un primo momento i magistrati avevano ipotizzato per la nomina a capo della segreteria politica del dipendente comunale e attivista cinquestelle Salvatore Romeno, il quale nel frattempo ha comunque abbandonato l’incarico. La Procura – dopo aver appurato la legittimità delle famose 3 polizze assicurative intestate da Romeo a Raggi – hanno deciso di sollecitare al gip l’archiviazione del sindaco per mancanza dell’elemento soggettivo.

LE REAZIONI

Apprendo con soddisfazione che, dopo mesi di fango mediatico su di me e sul MoVimento 5 Stelle, la Procura di Roma ha deciso di far cadere le accuse di abuso d’ufficio“, ha scritto quasi su esultante su Facebook Raggi. Che, però, nel post ha omesso di sottolineare la richiesta di rinvio a giudizio per falso, come molti utenti le hanno ricordato. “Non commentiamo mai le scelte della magistratura e le vicende processuali“, ha spiegato invece il presidente del Partito democratico Matteo Orfini, che poi ha aggiunto: “Siamo un partito progressista, lo siamo anche nei confronti dei nostri avversari a differenza di quello che loro fanno con noi“. “Il problema della Raggi non sono le inchieste, dalle quali le auguriamo di uscire presto e nel migliore dei modi, ma l’assoluta incapacità dimostrata al governo della città che è in uno stato di totale incuria e abbandono“, ha chiosato infine Matteo Salvini.

QUEL CODICE DI COMPORTAMENTO CAMBIATO IMPROVVISAMENTE

Lo scorso gennaio, dopo le prime avvisaglie dei problemi giudiziari di Roma, il MoVimento 5 Stelle decise di cambiare il suo famoso codice etico: non più dimissioni immediate nel caso di un’indagine a carico di un eletto e neppure dopo l’eventuale rinvio a giudizio, bensì solo dopo la condanna di primo grado. Una regola, ora come allora, intepretata da molti come “salva-Raggi“.

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