Può il sistema finanziario italiano, tradizionalmente legato al sistema bancario, diventare improvvisamente meno credito-centrico? Domanda non banale, finita al centro del confronto in scena questa mattina all’Abi, dove si è svolta la 49esima Giornata del credito. Davanti a un piccolo gotha bancario, con l’outsider sindaco di Roma Virginia Raggi, il direttore generale di Bankitalia, Salvatore Rossi, ha lanciato la sfida dei prossimi anni, racchiusa nelle 14 pagine del suo intervento (qui il documento).
UNA FINANZA SENZA BANCHE?
La missione indicata del numero due di Palazzo Koch è in poche righe. “L’apertura delle imprese agli investitori esterni e lo sviluppo di un’industria finanziaria non bancaria sono tra gli obiettivi principali del progetto del capital markets union (il mercato europeo dei capitali, ndr)” ha chiosato Rossi davanti alla platea di Palazzo Altieri. “Vorremmo”, si legge nel documento, “che le imprese ricorressero di più ai mercati e meno agli intermediari, e tra questi si rivolgessero meno alle banche. Queste ultime potrebbero paradossalmente trovare in un dimagrimento del loro ruolo il modo di tornare a fare profitti, per remunerare un capitale che sta crescendo”.
CHE COSA DEVONO FARE LE IMPRESE
Una simile operazione, volta ad accantonare decenni di finanza banco-centrica perchè, non può essere certamente gratis e richiede uno sforzo dal lato industriale. “Affinché le nostre imprese possano e vogliano rivolgersi per le loro occorrenze finanziarie a soggetti non bancari o direttamente al mercato, devono accrescere il grado di trasparenza della gestione, migliorare la qualità della governance, presentare bilanci e piani industriali equilibrati e credibili”, si legge nel documento di Via Nazionale. “Occorre anche operare un profondo cambiamento culturale, che passi anche attraverso l’acquisizione di nuove competenze finanziarie e lo sviluppo di relazioni con investitori che hanno esigenze molto diverse da quelle di una banca tradizionale”. Tirando le fila, più si è in ordine con i conti, più si hanno chances concrete di reperire finanziamenti non bancari.
IL DEBITO, UN BOOMERANG PER LE BANCHE
C’è un ultimo passaggio che chiude il cerchio del ragionamento di Bankitalia sulla necessità di rivedere l’assetto del sistema finanziario italiano. E cioè quello dedicato ai rischi per gli istituti quando le imprese sono troppo dipendenti da loro. Troppi soldi in giro che non ritornano indietro. “Il nostro sistema rimane troppo basato sul debito finanziario e troppo poco sul capitale di rischio, le banche continuano a giocarvi un ruolo eccessivo, che si ritorce loro contro, rendendole più vulnerabili nelle fasi negative del ciclo economico”.