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Che cosa si dice di Berlusconi, Meloni e Salvini in Alternativa Popolare

Maurizio Lupi

L’ultimo tram che Silvio Berlusconi può prendere per mollare Giorgia Meloni e Matteo Salvini e costruire un’alleanza di centro moderato sulla linea del Partito popolare europeo. Questo è lo schema che dentro Alternativa popolare, il partito di Angelino Alfano, ha portato qualche giorno fa alla nomina a coordinatore di Maurizio Lupi. Al momento della designazione ai cronisti era sembrato il suggello della scelta di rientrare nell’alveo del centrodestra. Lupi, infatti, milanese doc, fa parte da sempre della corrente di Ap che spinge per tornare alleati di Berlusconi.

Ma le cose non stanno esattamente così. Secondo quanto si legge nel documento approvato dal vertice del partito e messo a punto da Sergio Pizzolante, Antonio Gentile, Dore Misuraca e dallo stesso Lupi, il suo mandato ha l’obbiettivo di perseguire la strada di un’alleanza di centro nel solco di un Ppe italiano insieme a Forza Italia e alternativo al Pd. Il piano è quello di convincere Berlusconi a lasciare al loro destino Lega e Fratelli d’Italia per allearsi con Ap e le altre forze centriste. “Noi pensiamo che l’utilità del Paese sia nella crescita di due grandi forze politiche alternative: un partito di sinistra riformista (Pd) e un partito di centro moderato, liberale, che tenga insieme laici e cattolici. Questo consentirebbe di marginalizzare le forze anti sistema, come il Movimento 5 Stelle, e quelle populiste di destra, come Lega e Fdi”, spiega Pizzolante.

La mission di Lupi, dunque, è quella di far ritrovare Silvio e Angelino sotto lo stesso tetto. “La nostra è l’ultima chiamata a Forza Italia, che ora non ha più alibi, né scuse. Se poi questo progetto non dovesse andare in porto, Ap non ha alcuna intenzione di entrare in un’alleanza di centrodestra dominata dagli estremismi di Meloni e Salvini. A quel punto proseguiremo sulla strada che abbiamo intrapreso in questi anni”, prosegue l’ex socialista, che annuncia anche una conferenza programmatica da tenere a ottobre. La strada è quella di un’alleanza con il Pd, com’è accaduto anche per le elezioni in Sicilia, dove Ap, insieme al partito renziano, sostiene la candidatura di Fabrizio Micari. Ma è proprio su quest’ultimo passaggio che nel partito esistono divergenze. Perché se Pizzolante e altri, come Fabrizio Cicchitto, a fronte del fallimento della trattativa con Berlusconi, vogliono continuare a stare col Pd, altri, piuttosto che allearsi di nuovo con Renzi, preferiscono presentarsi alle elezioni da soli. Come ha ventilato lo stesso Lupi nella sua prima intervista da coordinatore, al Corriere della sera.

Insomma, nonostante con la nomina di Lupi si sia trovata una sintesi, in Ap le correnti persistono. Tanto che della storia fin qui raccontata esiste anche una seconda versione, un po’ meno edulcorata. E ciò che dopo la scelta di stare col centrosinistra in Sicilia, un gruppo di parlamentari siculi e lombardi (contrari a questa linea) durante una vivace riunione abbiano messo Alfano con le spalle al muro: o nomini Lupi coordinatore con la mission di riallacciare con Berlusconi oppure noi ce ne andiamo. Così il ministro degli Esteri, per non perdere un pezzo di partito, ha dovuto abbozzare e lasciare campo a Lupi. Il quale, in realtà, e chi lo conosce bene lo sa, non esclude del tutto la possibilità di andare alle elezioni col centrodestra, Meloni e Salvini inclusi. Un’alleanza che in molte realtà locali regge bene, a partire dalla Lombardia. Al contrario di altri, che col centrodestra non andrebbero mai. “Sarebbe un’alleanza rabberciata, solo elettorale, perché dal giorno dopo con Fdi e Lega inizieremmo a litigare su tutto”, afferma il senatore Aldo Di Biagio, che proprio da quel mondo proviene (ex An).

Poi molto dipenderà dalla legge elettorale. Per Ap, però, alla fine la scelta rischia di essere obbligata, perché Meloni e Salvini su Alfano hanno posto un veto al momento difficilmente superabile. Così o Berlusconi li molla entrambi oppure Angelino sarà costretto a venire di nuovo a patti con Renzi. Col quale, dopo lo strappo estivo, i rapporti sono tornati a essere buoni.



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