Ci risiamo con gli esodati (i lavoratori rimasti senza pensione né stipendio in seguito alla Riforma delle pensioni Fornero) dopo che è stato reso noto l’ultimo report Inps, contenente i dati sull’ottava salvaguardia aggiornati al 10 ottobre 2017.
Le domande accolte risultano poco più di 13mila (di cui quasi 12mila sono già state comunicate agli interessati), su un totale di oltre 35mila pervenute: poco più di un terzo. Meno di 2mila le domande giacenti. I vari “comitati dell’esodo” sono già scesi in campo sostenendo che i risparmi (rispetto alle previsioni) dell’ottava salvaguardia devono essere destinati ad altri casi. È una logica strana, ma purtroppo ha sempre trovato una audience attenta in quasi tutte le forze politiche che hanno varato misure di salvaguardia, una dopo l’altra. Se gli stanziamenti si sono rivelati più volte superiori al reale fabbisogno, ciò significa che le “vittime” di Elsa Fornero erano meno di quelle che si dicevano, tanto che ad ogni salvaguardia si è sempre ampliato il perimetro dei lavoratori coinvolti, allargando ed estendendo i requisiti di accesso.
In particolare, con riferimento ai lavoratori autorizzati alla prosecuzione volontaria, senza che abbiano compiuto alcun versamento, sono stati superati i limiti di legge per questo profilo di tutela (sono state accolte 1.270 domande su un limite di 1.200) e un sottoutilizzo complessivo dei posti a disposizione (30.700); dunque potrebbero essere accolte le richieste dei sindacati e dei comitati che chiedono un’ulteriore estensione delle tutele sino almeno al 2021/2022. Ciò significherebbe che per ben dieci anni dalla entrata in vigore della riforma del 2011, resterebbe il diritto di andare in quiescenza con le vecchie norme. Poi sono tanti quelli che vorrebbero abolire la legge Fornero. Nel frattempo si è fatto in modo di applicarne il meno possibile le norme.