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Tutti i numeri delle imprese del conto terzi farmaceutico. Report Prometeia

Si chiamano imprese del conto terzi e, sebbene il loro nome possa non dire nulla ai più, valgono, solo nel settore farmaceutico, qualcosa come 1,7 miliardi di euro.
La definizione corretta sarebbe Contract Development and Manufacturing (CDMO) con cui, in gergo, ci ci riferisce a un modello organizzativo nel quale le imprese titolari dell’autorizzazione all’immissione in commercio di medicinali esternalizzano le attività produttive, di controllo e di sviluppo farmaceutico. Vengono demandate a terzi, appunto. Per la precisione ad aziende specializzate dotate di proprie officine e laboratori.

VINCERE LE DIFFIDENZE
In Italia le prime imprese del conto terzi farmaceutico sono comparse all’inizio degli anni ’90, ma solo nel 2000 si è registrato un vero e proprio boom. Oggi i risultati sono tali da permettere al nostro Paese di primeggiare in Europa. Tant’è che Farmindustria, l’associazione delle case del farmaco aderente a Confindustria, ha deciso di fare il punto della situazione presentando ieri a Milano uno studio elaborato da Prometeia.
“Non bisogna pensare al conto terzi come una industria di secondo livello o che produce prodotti che le case farmaceutiche non sviluppano più”, ha detto il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi arrivando al Palazzo della Borsa, dove si è tenuto il congresso. “L’indagine ha dimostrato che il contoterzismo ha oggi i medesimi livelli qualitativi e innovativi delle imprese farmaceutiche”.

PRIMI IN EUROPA
I numeri dello studio di Prometeia parlano chiaro: la produzione delle imprese del conto terzi farmaceutico in Europa si assesta attorno a 7,6 miliardi ed è cresciuta del 25% nel quinquennio 2010 – 2015. L’Italia, con 1,7 miliardi contribuisce allo sviluppo del settore nel Vecchio continente per il 23% e si posiziona davanti a Germania (20%) e Francia.
Regno Unito, Francia e Spagna raggiungono assieme il 35%. Dati che permettono di avere chiare le misure del fenomeno e le dimensioni del settore nostrano. “Siamo primi ma non ci basta: vogliamo continuare a esserlo” ha scandito Giorgio Bruno, presidente Gruppo Produttori Conto Terzi di Farmindustria.

CRESCITA IN TUTTI I SETTORI
Secondo il report, il nostro Paese registra una forte dinamicità per i prodotti più innovativi, la cui quota, nel periodo 2010 – 2016 è risultata in aumento di quasi il 50%, arrivando a toccare il 62% del totale nel 2016. Il valore della produzione delle imprese del conto terzi farmaceutico nel medesimo periodo è cresciuto del 40%.

UNA QUALITA’ RICONOSCIUTA IN TUTTO IL MONDO
La propensione all’innovazione e alla qualità dell’offerta delle nostre imprese del conto terzi farmaceutico fanno sì che i prodotti abbiano grande successo anche sul palcoscenico internazionale. Sempre nel medesimo periodo preso in considerazione dallo studio di Prometeia, infatti, il valore delle esportazioni è cresciuto del 67%, arrivando a rappresentare circa i due terzi del fatturato. Tra quelli esportati, un prodotto su due finisce sul mercato europeo, mentre quasi il 22% è acquistato dagli USA.

L’IMPORTANZA STRATEGICA DELLA FILIERA
La catena di fornitura industriale genera 1,4 miliardi di euro di fatturato, per il 66% formato da input produttivi (soprattutto principi attivi, eccipienti, packaging), per il 10% da beni di investimento (macchinari) e per il 24% da servizi. Il valore complessivo ammonta a 3,4 miliardi e il rapporto ha messo in luce come l’interazione di filiera sia un aspetto fondamentale per garantire alle imprese del conto terzi farmaceutico la flessibilità e l’efficienza necessaria per far fronte alle richieste del mercato. Del resto, come ha dichiarato Maurizio Marchesini, presidente dell’omonima società bolognese operante nel settore del packaging: “Nella Formula Uno ciò che permette alle nostre Ferrari di primeggiare è la velocità con la quale si effettua il cambio gomme: allo stesso modo noi dobbiamo essere pronti a cambiare formato in poco tempo come richiedono i consumatori e il contoterzismo permette questo”.

I CARATTERI VINCENTI
Non solo dinamismo, innovazione (Farmindustria ha già ribadito in passato quanto sia cruciale il ruolo della tecnologia nel settore), industria 4.0 (l’80% dei macchinari degli impianti è di ultima generazione) ma anche, come ha ricordato Maurizio Marchesini: “Le imprese del conto terzi farmaceutico consentono di condividere obbiettivi ma soprattutto i rischi, e ciò è fondamentale”. Farmindustria chiede però di non essere dimenticata dal legislatore e auspica venga approntato un contesto regolamentare ancora più competitivo che sappia cogliere a pieno le esigenze produttive nell’era dell’industria 4.0. “Per dirla con una battuta – ha chiosato il numero 1 di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi – sarà anche vero che il settore si chiama ‘conto terzi’ ma la realtà è che siamo i primi”.



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