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Bcc, ecco che cosa sta succedendo in Chiantibanca su Iccrea e Cassa centrale

Ancora due settimane scarse al giorno della verità per Chiantibanca. Il 10 dicembre è infatti convocata l’assemblea (ordinaria e non a voto segreto) chiamata a esprimersi sulla decisione dello scorso ottobre con cui il board dell Bcc toscana ha scelto di aderire a Iccrea presieduto da Giulio Magagni (nella foto), stracciando il verdetto di maggio quando l’assise dei soci approvò il sì a Cassa centrale caldeggiato dall’allora presidente Lorenzo Bini Smaghi. Eppure, come più volte raccontato da Formiche.net (qui l’ultimo approfondimento della serie) le acque dentro la banca rimangono parecchio agitate. Per questo il successore di Bini Smaghi, Cristiano Iacopozzi, ha deciso di inviare alle migliaia di soci e ai dipendenti una lettera per giustificare in via ufficiale dopo mesi di rumors, l’ingresso in Iccrea.

ERA MEGLIO IL GRUPPO UNICO

Tanto per cominciare, due soggetti aggregatori, sono troppi. Il presidente di Chiantibanca lo dice apertamente. “Avremmo preferito la nascita di un solo gruppo bancario cooperativo, capace di mettere insieme tutte le esperienze e le risorse del credito cooperativo e di valorizzare a beneficio di tutti le migliori professionalità esistenti nelle attuali strutture di servizio”. Chiaro riferimento a una certa vocazione scissionista alla base del progetto trentino. “La divisione del credito cooperativo è un grave errore di strategia, che rischia di condurre all’indebolimento della categoria e a favorirne la conquista da parte di banche di diversa natura e con diversi obiettivi”.

PERCHE’ ICCREA

Per la prima volta Iacopozzi spiega le ragioni dell’adesione: “Iccrea possiede già oggi tutti i requisiti operativi e di capitale richiesti dalla normativa per assumere con efficacia il ruolo di capogruppo. Sotto il profilo organizzativo, Iccrea vanta inoltre una profonda esperienza nella gestione di logiche di gruppo, che richiedono un delicato contemperamento di interessi diversi e una maggiore consuetudine di rapporti con la vigilanza europea”.

QUESTIONE DI CIFRE

Inoltre la preferenza per la banca romana riflette valutazioni di maggiore sicurezza, sia nel breve che nel medio e lungo periodo. “Solo in termini comparativi, in base ai dati al 31 dicembre e alle scelte effettuate dalle singole Bcc, si stima che il Cet 1 ratio dei due gruppi cooperativi si posizionerà sopra il 15%, in presenza però di un valore dell’attivo di Iccrea pari a circa il doppio di quello del gruppo alternativo (Cassa, ndr): si stima nell’ordine dei 148 contro 77 miliardi e di una dotazione patrimoniale a sua volta nettamente superiore (12 contro 7 miliardi se si sommano i patrimoni delle diverse Bcc che sono previste partecipare all’uno piuttosto che altro gruppo)”.

40 MILIONI DI BUONE RAGIONI

Nella missiva si fa poi riferimento ad alcuni aspetti anticipati nelle scorse settimane da Formiche.net. E cioè quel prestito subordinato da 20 milioni, da portare eventualmente a 40. “Iccrea”, scrive Iacopozzi, “ci ha assicurato che prima della costituzione dei gruppi e anche entro fine 2017 potrà essere erogato da parte di Iccrea Banca un prestito subordinato pari a 20 milioni e di eventuali aggiuntivi 20 milioni, qualora si rendessero necessari. Ciò permetterà un marcato rafforzamento patrimoniale e una maggiore flessibilità commerciale, a tutto vantaggio dei soci, delle imprese e delle famiglie del territorio”. Dunque, “con l’erogazione di tale prestito, Chiantibanca si riporterà su livelli di Total Capital Ratio superiori al 13,0%, vicini a quelli esistenti subito dopo il perfezionamento delle ultime operazioni di fusioni (Chiantibanca ha acquisito la Bcc di Pistoia e dell’area Pratese, ndr) che hanno avuto decorrenza dal primo luglio 2016″.

SCONTRO IN VISTA IN ASSEMBLEA

Ma il 10 dicembre non sarà così facile portare a casa l’adesione a Iccrea. Come documentato da Formiche.net la compagine sociale è spaccata, con un gruppo di irriducibili decisi a sposare la causa trentina. A poche ore dalla lettera dei vertici Chiantibanca è arrivata la secca ribattuta dell’associazione Per una banca Toscana, favorevole a Trento. “Iacopozzi è riuscito a infilare una serie di errori e di omissioni che creano seri dubbi e preoccupazioni per il futuro di Chiantibanca”. Secondo il gruppo dei soci in questione non sarebbe vero che “l’adesione al gruppo trentino metterebbe a rischio ChiantiBanca” così come dichiarano che “è falso attribuire alla Cassa centrale del Trentino la responsabilità di aver rfiutato la costituzione di un gruppo unico”. E poi, i soci ribelli, chiedono anche di conoscere a quali condizioni Iccrea fornirebbe venti milioni di euro a alla banca di Monteriggioni, come annunciato da Iacopozzi e ricordano che la “Cassa centrale del Trentino ha già fornito questo sostegno alla fine del 2016, a tassi molto vantaggiosi rispetto alle condizioni di mercato”.


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