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La missione a 5 stelle di Luigi Di Maio vista dal Washington Post

Luigi di Maio

Nei giorni scorsi il vicepresidente della Camera e da settembre candidato premier del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, è stato in missione negli Stati Uniti. La sua agenda è stata segnata da incontri (qui l’approfondimento di Formiche.net) e ha anche rilasciato un’intervista a “World View”, sezione analitica tematica sulle “questioni-Esteri” che avvengono a Washington del Washington Post.

Il giornalista Ishaan Tharoor incentra la sua chiacchierata su un aspetto anagrafico come emerge già dal titolo, “The millenial who would be the Italian next leader” e inserisce i 31 anni di Di Maio su un trend europeo che vede in Francia un presidente trentanovenne e un trentunenne in Austria. “Ora è il momento delle persone giovani in Europa […] L’intera classe politica sta diventando sempre più giovane”, dice il leader pentastellato a Tharoor, che cura la newsletter “Today’s”; il giornalista sottolinea che il grillino è “una generazione” più giovane di molti dei politici americani che ha incontrato in questi giorni e ricorda alcuni aspetti personali come quello che “ha abbandonato l’università”.

“Il movimento è nato dal fallimento di entrambe le parti a sinistra e a destra”, ha detto Di Maio al quotidiano. “Il vero problema in Italia è che ci sono molti cittadini che non si identificano con queste parti perché non riescono a difendere i valori e gli interessi delle diverse parti del paese”. E il WaPo sottolinea che in questo senso non c’è niente di diverso da quanto narrato dagli altri movimenti anti-establishment europei.

“Non abbiamo intenzione di isolare l’Italia. Non abbiamo intenzione di esaltare i sentimenti nazionalistici “, sottolinea però Di Maio, riferendosi al modus operandi di altri partiti di estrema destra in Europa: “Rifiutiamo assolutamente la caratterizzazione dell’essere chiamato un movimento populista“. Di Maio parla anche dell’immigrazione: “Non crediamo ai muri fisici”, dice, “ma l’Italia è diventato un campo per rifugiati”.

Il WaPo tratta anche la questione dei link, anche solo d’intenti, con la Russia (da poco resa esplicita anche da un report dell’Atlantic Council): “Fake news”, replica il capo M5S: “Non è Grillo che visita ogni mese Putin”, replica, riferendosi indirettamente a Silvio Berlusconi. Poi Di Maio cita esplicitamente Silvio Berlusconi e la vittoria del centrodestra in Sicilia: “Non credo affatto a una risurrezione di Berlusconi”, dice il leader del Movimento 5 Stelle. “Il nostro movimento è riuscito a disarticolare il centro-sinistra, e penso che saremo in grado di fare la stessa cosa per il centro-destra”.

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