Chi vagheggiava una fusione delle reti di Tim e di Open Fiber sarà rimasto molto deluso dalle parole nette pronunciate oggi sul tema dall’amministratore delegato, Francesco Starace: “Siamo completamente contrari” a una fusione tra le reti di Open Fiber e Tim, ha detto il numero uno del gruppo elettrico parlando a Londra con gli analisti: “Non c’è nessun merito e non ci sono vantaggi – ha aggiunto Starace – nel prevedere una fusione tra Open Fiber e un’altra rete. Siamo completamente concentrati sulla missione di Open Fiber, che è quella di completare l’opera di posa di cavi per lo sviluppo del servizio in Italia. Qualunque altra convinzione non ha merito e finisce per penalizzare il programma di sviluppo della rete”.
Starace ha così, di fatto, sbugiardato alcune interpretazioni dell’avvicendamento ai vertici della società Open Fiber (controllata pariteticamente da Enel e Cassa depositi e prestiti): con la prossima uscita di Tommaso Pompei e la nomina di Elisabetta Ripa, già nel cda di Open Fiber su indicazione di Cdp e con un passato nel gruppo Telecom Italia (sia a Sparkle che a Telecom Argentina), alcuni osservatori aveva azzardato uno scenario secondo cui sarebbe stata agevole sinergie sempre più strette fra Open Fiber e Tim sulla banda larga fino a prefigurare scenari di fusioni-aggregazioni societarie a livello di rete. Questo perché, a differenza del presidente di Open Fiber, Franco Bassanini, il numero uno della stessa società, Pompei, è stato sempre scettico su questi scenari. E la linea di Pompei era anche, come sottolineato questa estate, era anche quella del numero uno di Enel.
Starace ha quindi assicurato di non aver cambiato idea rispetto a quello che aveva dichiarato a luglio scorso, quando disse che la fusione “non ha senso”. Quanto all’attuale amministratore delegato di Open Fiber, Pompei, che dal primo gennaio passerà il testimone a Elisabetta Ripa, Starace ha confermato che verrà coinvolto nella nuova divisione Enel X, a riprova che i rapporti fra i due non si sono affatto incrinati: “Ci sono chiaramente molte cose che possiamo fare con lui per queste e-solutions. Quando saremo pronti per annunciarlo lo faremo e penso sarà una cosa interessante, sia per lui che per noi, poter lavorare a questo sviluppo nuovo”. Comunque, ha aggiunto Starace, si tratta di “una cosa che probabilmente annunceremo nel 2018, dopo Natale. Ora ci concentriamo su una transizione ordinata da Pompei a Ripa”.
Si ricorderà che Bassanini, in un’intervista al quotidiano La Stampa dello scorso agosto, aveva detto: “Open Fiber, o i suoi azionisti, sono in questo caso ben posizionati per acquisire la rete Telecom, potendo sfruttare al meglio le sinergie tra le due reti e accelerare la migrazione di tutti dal rame alla fibra, con vantaggi importanti anche per i clienti finali”. Per Pompei, invece, Open Fiber, che punta tutto sulla fibra, non ha alcuna convenienza da un’operazione del genere, ha scritto giorni dopo non smentito il sito Lettera 43, che aggiungeva: “All’ex amministratore delegato e fondatore di Wind non sono piaciute le dichiarazioni rilasciate al quotidiano La Stampa da Bassanini”. E anche negli scorsi giorni l’ex presidente della Cassa depositi e prestiti è tornato ad auspicare sinergie vista anche la zavorra del debito che grava su Tim e che non consente al gruppo posseduto da Vivendi – secondo Bassanini – di investire quanto necessario nelle rete.
Considerati gli auspici sistemici di Bassanini, e tenuto conto che il prossimo capo azienda di Open Fiber, Ripa, ha lavorato a lungo in passato nel gruppo Telecom (dove è stata tra l’altro ad di Telecom Sparkle e Telecom Argentina, come si può vedere nel suo curriculum), alcuni osservatori hanno ritenuto negli scorsi giorni che lo scenario di una confluenza anche societaria tra le due reti non sia da escludere. Altri addetti ai lavori, e ambienti vicini a Tim, hanno sottolineato invece le parole del nuovo ad di Tim, Amos Genish, al Sole Ore 24 Ore proprio sul punto. Infatti, in merito a un’eventuale alleanza con Open Fiber, per il manager “l’Italia è grande abbastanza per ospitare due reti in concorrenza”, quindi con Oper Fiber si potrà parlare al massimo di “collaborazione commerciale”. Collaborazione sì, dunque, ma niente operazione societarie comuni e tanto meno fusioni.
E l’altro azionista forte di Open Fiber, ossia la Cdp presieduta da Claudio Costamagna e guidata dall’ad, Fabio Gallia, cosa pensa? L’inserto Affari & Finanza di Repubblica lunedì scorso ha scritto: “Non sempre le idee dell’ex presidente Bassanini ora in Open Fiber rispecchiano ancora e in tutto e per tutto le idee dominanti al timone della Cassa”.