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Popolare di Vicenza, le porte girevoli di Bankitalia, le critiche mediatiche e la difesa della Vigilanza

Gianni Zonin, Gaetano Marzotto

Ancora fuoco mediatico su Bankitalia. Dopo l’attacco congiunto Pd-Casini-magistratura e la bordata della Verità (qui e qui i due approfondimenti di Formiche.net) adesso è il turno di Libero nel fare le pulci a Via Nazionale sulle porte girevoli e sul passaggio di ex funzionari di Bankitalia alla corte di Gianni Zonin alla Popolare di Vicenza.

I TRANSFUGHI DI VIA NAZIONALE

In un articolo di Franco Bechis, viene rifatto il punto sui primi tre ex funzionari passati tra le fila della Popolare di Vicenza, in particolare Luigi Amore, Gianandrea Falchi e Mario Sommella. Nel dettaglio, per quanto riguarda Amore, dopo l’addio a Palazzo Koch, dove è rimasto sei anni, l’ex funzionario secondo Libero è passato al Credem per poi approdare alla corte di Gianni Zonin alla Popolare di Vicenza dove si è intrattenuto per un paio d’anni per poi passare definitivamente alla Fondazione Cariparma. Percorso simile per Sommella, che ha lasciato Bankitalia nel settembre del 2008 per approdare lo stesso mese a Vicenza, in veste di responsabile della direzione segreteria generale. Caso analogo, scrive il quotidiano, per Falchi, seppur l’ex funzionario abbia rivestito il ruolo di consulente per la banca vicentina.

GLI ALTRI NOMI 

C’è di più. Perchè La Verità come raccontato ieri da Formiche.net, ha tirato fuori altri nomi dal cilindro. In particolare quello di Lucio Menestrina, fino al 2005 in forza all’istituto centrale e poi passato alla Popolare di Vicenza, fino a diventarne direttore finanziario. Per il quotidiano, che cita documenti che provano il passaggio da Roma a Vicenza di Menestrina, si tratta dunque di un caso lampante di porte girevoli, con il “controllore che passa dalla parte dei controllati” ovvero vigilanti “che dopo aver dichiarato che la Popolare di Vicenza era sana come un pesce sono stati assunti dalla stessa banca su cui avevano l’obbligo di vigilare”, ha scritto nel suo editoriale Belpietro.

LA LISTA SI ALLUNGA

Eppure, nonostante Bankitalia si affanni nell’affermare che nessuno di tali funzionari ha mai svolto incarichi ispettivi e che comunque si tratta di ex funzionari che dunque non hanno più nessun tipo di rapporto con Via Nazionale, la lista dei transfughi si allunga. Anche oggi, sempre La Verità, ha scovato altri nomi. Oltre a Menestrina, che invece le ispezioni le ha fatte visto che è autore di un controllo in Popolare Vicenza nel 2001 prima di diventarne direttore finanziario nel 2004, ci sarebbero “altri tre ispettori” passati al servizio di Zonin: Mario Lio, Giancarlo Onofri e Francesco Romito. Chi sono?

TRE NUOVE SPINE PER BANKITALIA

Lio, racconta il quotidiano, è un ex ispettore che viene assunto tra il 2003 e il 2004 come vice direttore generale di Banca Nuova, la controllata siciliana di Vicenza. “A Palermo – scrive La Verita – spiegano che Lio sia stato assunto poco dopo una verifica ispettiva fatta dallo stesso proprio in Banca Nuova” e che successivamente “sarebbe stato utilizzato come interfaccia per tutti gli accertamenti ispettivi di Bankitalia dal 2009 in poi” a Vicenza. Il quotidiano di Belpietro ricorda poi il caso, meno recente, di Onofri, “ex ispettore” chiamato all’inizio del ventennale regno di Zonin “per tenere i rapporti con i controllori di Via Nazionale” e che sarebbe stato “consulente ai tempi del dg Piero Santelli, nella seconda meta’ degli anni Novanta”.

LA VERSIONE DELLA VIGILANZA

Ancora una volta Bankitalia è dovuta ricorrere ai ripari. E questa mattina ci ha pensato una delle prime linee dell’istituto centrale, il capo della Vigilanza, Carmelo Barbagallo, ascoltato in audizione alla Camera, davanti ai deputati e senatori della commissione banche. Il messaggio è sempre lo stesso, nessun ostacolo alla vigilanza dalle porte girevoli.  “Riguardo alla vicenda delle cosiddette porte girevoli”, si legge in un passaggio della relazione (qui il documento), i fatti sono stati resi pubblici dalla Banca d’Italia con riferimento ai tre nominativi emersi nei giorni passati. La tematica è oggi ben presidiata dalla legge, cui si aggiunge il codice etico dell’istituto. Vorrei anche aggiungere che la Banca d’Italia non incoraggia né auspica che propri dipendenti siano assunti dai soggetti vigilati; in ogni caso anche quando questo accade, ciò non influisce,  né per quanto a mia conoscenza ha mai influito, sul corretto espletamento delle funzioni di vigilanza”.


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