Ieri sera una delle mie gattine ha voluto essere consolata e mi è venuta in braccio mentre ero seduto davanti alla televisione. Mia moglie stava guardando il programma “Le Iene”. Così, per non disturbare la gattina, mi sono rassegnato – cosa che non faccio quasi mai – a seguirlo. Si raccontava – con testimonianze, interviste, esposizione di documenti, denuncia delle presunte reticenze – una vicenda definita di “abuso sessuale” (al solito) tra le mura del Vaticano. Con l’aria che tira ho pensato subito ad un caso di pedofilia o di violenza di un adulto su di un minore, ma proseguendo il servizio si scopre che si tratta di un seminarista ed un pre-seminarista (il primo abusava del secondo) rispettivamente di 14 e di 13 anni al momento dei fatti. A me sembra difficile che si possa parlare di abusi sessuali compiuti tra due ragazzini coetanei. Magari il più grande aveva delle attitudini omosessuali, ma è tutto un altro paio di maniche rispetto alla fattispecie di un alto prelato o anche di un semplice sacerdote che abusa di un chierichetto. Il servizio poi ha denunciato che quel seminarista, anni dopo, è stato ordinato sacerdote e messo in contatto con dei ragazzi. Ma dove sta scritto che una persona che ha avuto esperienze omosessuali da ragazzo con altri della sua età sia marchiato per tutta la vita, sia, insomma, una “anima morta”. La Chiesa non ammette l’omosessualità, ma non condanna una persona in eterno. Anche se, quando riceve gli ordini, è tenuto al voto di castità. Noi, da laici, dovremmo sapere che c’è una differenza sostanziale tra omosessualità e pedofilia. La prima è una manifestazione della propria sessualità, la seconda uno spregevole reato.
++++
Si dice che Walter Veltroni potrebbe essere il candidato in grado di realizzare sul suo nome un’ampia convergenza del popolo frantumato della sinistra. Veltroni dichiara di non essere interessato perché ormai ha cambiato mestiere: ora quando non fa il regista si dedica alla letteratura. Il suo ultimo romanzo è intitolato “Quando”. Ne ha rivelato la trama nella trasmissione di Bianca Berlinguer. Un giovane si reca ad assistere ai funerali di Enrico Berlinguer, dove è vittima di un grave infortunio che lo condanna a trascorrere trent’anni in coma, assistito da una suora che al suo risveglio l’aiuta anche a reinserirsi in un mondo totalmente trasformato. Maurizio Crozza è stato il primo ad accorgersi e a denunciare che una trama siffatta somiglia molto a quella del film tedesco “Goodbye Lenin”. Ma c’è di più: la figura della suora è presa pari pari da un film cult di Dalton Trumbo del 1971 (“E Johnny prese il fucile”), dove un soldato americano, gravemente mutilato nella Prima Guerra mondiale, riceve affettuose attenzioni da parte di un’infermiera della struttura in cui è ricoverato, al punto di riuscire persino a comunicare con il mondo esterno attraverso di lei.
++++
La Nazionale italiana non parteciperà ai Campionati del mondo di calcio che si svolgeranno in Russia il prossimo anno. È anche questo un segno del declino. Purtroppo non c’era un Mario Draghi a fare da Commissario tecnico.