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Così Silvio Berlusconi è tornato al centro della scena politica

Barbagallo

Nel film El Cid del 1961 (per la regia di Anthony Mann) l’eroe spagnolo – mentre guida in battaglia il suo esercito durante l’assedio di Valencia – viene colpito da una freccia e durante la notte muore. I suoi soldati pensano allora di ricoprirne il cadavere con l’armatura da combattimento, di issarlo sul suo indomito destriero e di farlo uscire dalla città alla testa delle sue truppe. Sorpresi e trafitti dal fulgore di quell’acciaio che riflette sulle loro schiere i raggi del sole, i Mori – che credevano ormai defunto il condottiero avversario – si perdono d’animo e fuggono verso il mare.

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E’ pressoché certo che quell’episodio appartenga non alla realtà ma alla leggenda di Rodrigo Diaz conte di Bivar, meglio conosciuto con il nome di El Cid Campeador, l’eroe della reconquista della Spagna dopo ben sette secoli di dominazione araba (i cosiddetti Mori). E’ invece molto più probabile che – mutatis mutandis – il marchingegno usato per rimettere in sella ed in campo El Cid, sia il medesimo che è servito nel caso di Silvio Berlusconi. Con le dovute differenze, ovviamente: la limousine al posto del fedele cavallo ed il doppiopetto anziché l’armatura. Lungi da noi la tentazione di mettere a confronto i copricapi.

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Raccontano altresì che Berlusconi, nella sua ultima visita a Mosca, abbia effettuato una visita privata e riservata al Mausoleo di Lenin, nella Piazza Rossa, informandosi accuratamente sulle tecniche di imbalsamazione a suo tempo usate. Saputo delle nuove scoperte della scienza che rendono disponibili tali tecniche per conservare persone ancora viventi, Berlusconi ha ricevuto ulteriore conferma delle sue aspirazioni d’immortalità.

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Nelle ultime settimane azioni intimidatorie e violenti di matrice neofascista sono state condannate con vigore come è giusto che fosse: senza nulla concedere, cioè, alla sottovalutazione di episodi inquietanti ed inaccettabili. Meno clamore ha suscitato un fotomontaggio, circolato nel giro dei social, in cui viene rappresentata l’effige di Matteo Salvini al posto di Aldo Moro prigioniero nel covo delle Brigate Rosse. Gli autori lo hanno definito uno scherzo. Purtroppo tanti sono quelli che hanno fatto finta di credere a tale versione. Per altri, invece, il leader della Lega “se l’era cercata”. Alla stregua delle donne che subiscono violenza.

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Non c’è mai nessuno che rivolge a Giuliano Pisapia la seguente domanda: “Scusa, ma tu chi credi di essere?”.


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