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Callista Gingrich, l’ambasciatrice di Trump che ha ricevuto le credenziali dal Papa

callista

Le lancette dell’orologio segnavano esattamente le ore 11.30 dello scorso venerdì 22 dicembre quando Callista Gingrich, la nuova ambasciatrice degli Stati Uniti presso la Santa Sede, si è ufficialmente insediata nel suo ruolo. “Entusiasmata” dal suo nuovo incarico di trait d’union tra le diplomazie dei due Stati, per l’occasione la Gingrich, accompagnata dai familiari e dai membri del suo staff, è stata ricevuta prima da Papa Francesco, e poi dal cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin. “Attendo con ansia di lavorare con la Santa Sede per difendere i diritti umani, far avanzare la libertà religiosa, combattere il traffico di esseri umani e cercare soluzioni pacifiche alle crisi nel mondo”, ha fatto sapere la diplomatica attraverso una nota dell’ambasciata.

LA PRIMA APPARIZIONE PUBBLICA DELLA GINGRICH

Callista in realtà era già stata avvistata anche il giorno prima del suo insediamento, con un velo nero sul capo, in occasione della cerimonia che Papa Francesco ha presenziato, davanti a gran parte della Curia e dei cardinali presenti a Roma, in occasione delle esequie solenni del cardinale Bernard Law, l’arcivescovo emerito di Boston coinvolto negli scandali che hanno dato origine alla nota inchiesta Spotlight e consegnato dal pontefice alla misericordia del Signore. Velo che la Gingrich portava anche il giorno seguente, nel suo incontro con il Santo Padre, come da protocollo vaticano. Non sempre le personalità femminili rispettano quest’antica usanza, e non a caso, durante la visita in Vaticano di Donald Trump, il fatto che tutte le componenti femminili della sua famiglia lo hanno indossato, ben evidente in seguito da tutte le foto scattate in quell’occasione, è stato battuto dalle principali agenzia di stampa internazionali.

IL PROSSIMO APPUNTAMENTO DI FRONTE AL PAPA

Il prossimo incontro che attende il pontefice e la nuova ambasciatrice è previsto per l’8 gennaio, data in cui Bergoglio parlerà davanti all’intero corpo diplomatico, in quello che è un appuntamento tradizionale di inizio anno. E in cui molto probabilmente il Papa, come ha ormai abituato i destinatari dei suoi discorsi e persino delle sue omelie, non risparmierà indicazioni ben precise. Perciò ci si aspetta che, anche in questa occasione, traccerà le linee guida dell’azione diplomatica vaticana nel mondo. Quest’anno per di più, oltre al consueto messaggio del primo gennaio, data dedicata alla Giornata mondiale della pace, Francesco dovrà confrontarsi anche con la Terza sezione della segreteria di Stato, la nuova struttura della Curia dedicata esclusivamente ai nunzi e da lui stesso istituita il mese scorso, con l’obiettivo di regolare, in una condizione di maggiore consapevolezza, i rapporti tra chi svolge compiti diplomatici nei più remoti angoli del pianeta, e chi invece frequenta le stanza vaticane a Roma.

CHI È LA NUOVA AMBASCIATRICE USA IN VATICANO

La Gingrich (qui, qui e qui alcuni ritratti di Formiche.net prima e dopo la sua designazione) è la moglie di Newt Gigrich, figura di spicco del Grand Old Party, ex speaker della Camera durante il governo di Bill Clinton, candidato alla guida dei repubblicani per le elezioni del 2012, oltre che uno dei sostenitori della prima ora dell’attuale presidente Donald Trump. Cattolica, cinquantunenne, nata in una famiglia di origini svizzero-polacche, imprenditrice nel mondo dell’editoria ed ex Ceo dell’omonima Gingrich Productions, è l’autrice del famoso personaggio per bambini “Ellis the Elephant”, un simpatico elefantinino che ricorda lo stemma del partito repubblicano. Alla diffusione della sua nomina, la donna è poi passata alle cronache politiche americane per essersi innamorata del suo attuale marito mentre era la sua giovane assistente parlamentare, uomo che ha poi sposato dopo il divorzio dalla sua ex consorte. Ma altresì per la sua passione per la musica, come corista del Santuario Nazionale degli Stati Uniti a Washington, nella Basilica della Immacolata Concezione della capitale americana. O per altri aspetti della sua personalità, legati al fatto di essere una figura di imprenditrice donna impegnata nel sociale, in diverse attività caritative.

QUALI DOSSIER DIPLOMATICI TROVERÀ SUL TAVOLO 

Il compito che tuttavia dovrà svolgere la nuova ambasciatrice sarà alquanto delicato, viste le divergenze di vedute, su numerosi temi, tra Trump e Papa Francesco. Uno su tutti la questione delle migrazioni, ripresa da Bergoglio anche durante le feste natalizie, e a cui probabilmente dedicherà un ulteriore spazio il primo gennaio, visto che la giornata mondiale della Pace di quest’anno è dedicata proprio ai migranti. Mentre da parte loro gli Stati Uniti si sono appena sfilati dal Global Compact on Migration, l’accordo promosso dall’Onu sui migranti e i rifugiati, lanciato durante il summit straordinario del settembre 2016 e fortemente sostenuto dal predecessore alla presidenza americana Barack Obama, che prevede un impegno internazionale per “una migrazione sicura, ordinata e regolare” su di un programma complessivo tuttavia ancora da definire, entro il 2018. Ma sono anche molti altri i dossier che la nuova ambasciatrice troverà ben sistemati sulla sua scrivania, e sui quali dovrà giocare al meglio le sue carte. Uno su tutti, la recente questione di Gerusalemme. Vicenda, anche questa, che ha visto Trump scontrarsi con le Nazioni Unite, e la Santa Sede criticare la mossa del presidente americano, con Papa Francesco che tende sempre più lo sguardo, per iniziativa altrui o viceversa, verso est. Altra tematica della discordia tra i due Stati è quella dei cambiamenti climatici, con il tycoon newyorkese, ancora una volta, in posizione avversa agli accordi di Parigi. O infine sulle armi, con la Santa Sede che non perde occasione per lanciare strali su ognuna di queste tematiche. Per non parlare delle divergenze con l’episcopato americano su diversi temi di politica interna, come le finanze pubbliche. Insomma, ad aspettare la bionda diplomatica, nata nel Wisconsin, ci sarà un lavoro di raccordo tra le parti non facile.



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