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L’Ilva, le banche e l’Italia poco coraggiosa. Parla Giulio Tremonti

Lo Stato italiano ha sbagliato con l’Ilva. Commettendo un errore che secondo Giulio Tremonti (nella foto) non si sarebbe mai dovuto commettere. E ora i nodi di Taranto, stanno venendo al pettine. L’ex responsabile dell’Economia nel governo Berlusconi, oggi senatore, per la verità ne ha un po’ per tutti. Banche, Europa. E Ilva per l’appunto.

Di quale errore parliamo?

Semplice, non esiste in Europa nemmeno un caso di un governo che bandisce una gara, in cui partecipa lo stesso Stato, e perde. E, in questo caso, fa vincere gli indiani.

In altri Paesi non sarebbe successo?

Non credo proprio. In Francia e Germania? Impensabile…

Che cosa è successo?

Il dio mercato ha vinto sull’interesse nazionale. Non esiste al mondo, o meglio, non dovrebbe esistere, un Paese che sacrifica l’interesse nazionale sull’altare del dio mercato.

L’Italia ha perso sull’Ilva, insomma?

Chi acquista non lo fa per produrre ma non produrre, favorendo produzioni in altri luoghi…

Insomma siamo facili prede…

Certo. E mica solo sull’industria, anche sulle banche. Secondo lei ci sono più banche estere in Italia o banche italiane all’estero?

Appunto, le banche. Ieri non si è presentato in commissione…

La legge istitutiva prevedeva il diritto a non partecipare. Io l’ho esercitato, mandando una memoria scritta di 20 pagine (qui il testo).

In questi anni sono saltati parecchi istituti…

Certo. Ma ci sono stati dei problemi a monte. La recessione, l’austherity, la crisi globale.

Già, la crisi…

Sì, quella crisi che doveva essere inventata per trovare un “colpevole” e così per mascherare ben più gravi e reali stati di crisi, a partire da quelli in essere all’interno delle banche tedesche e francesi. Ma la causa di quella che in effetti sarebbe poi stata riconosciuta come generale “crisi del debito sovrano europeo” non poteva certo partire da qui, dalla sua vera origine.

I governi dal 2011 in poi hanno sbagliato sulle banche?

Dal 2011 sono stati commessi nell’insieme tre errori fondamentali. Primo, obbedire alla chiamata dello straniero. Secondo abrogare l’articolo 47 della Costituzione, cedendo su tutti i fronti in Europa. Terzo alimentare il caos che si è sviluppato nella “gestione” della crisi, gestione in cui si sono sommate invenzioni grottesche (come ad esempio quella del Fondo Atlante) ed annunci da televendita fatti dal governo in carica. E comunque…

Comunque?

Finchè sono stato ministro io non è fallita nessuna banca. E nessuno ha perso risparmi.

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