Proposte comprensibili e realistiche, visione sul sistema Paese e lungimiranza. Sono i concetti più importanti espressi dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, davanti ai rappresentanti delle istituzioni, delle forze politiche e della società nel tradizionale scambio di auguri. Concetti che hanno destinatari evidenti: i partiti che si preparano alle elezioni e che, almeno finora, non sembrano aver fornito esempi che corrispondano a queste indicazioni presidenziali. Le elezioni ormai prossime sono “da affrontare sempre con fiduciosa serenità”, ha aggiunto il presidente che dovrebbe sciogliere le Camere entro l’anno, e la nuova legge elettorale ha evitato “l’anomala condizione” di far votare “con quel che residuava” di due leggi parzialmente cancellate dalla Consulta.
Mattarella ha attirato l’attenzione sul futuro. Si sono accentuate diseguaglianze, povertà ed esclusione sociale e la disoccupazione, soprattutto giovanile e femminile, “rimane gravemente alta in particolare nel Mezzogiorno”. L’appello, quindi, è di lavorare insieme perché “la crescita economica offre all’Italia una nuova opportunità che va colta”. Insistere sul “nostro domani” è parso indicare la preoccupazione di Mattarella sulla mancanza di prospettiva dei progetti politici, tutti mirati al potere immediato. “Progettare l’avvenire è un dovere di tutti coloro che ricoprono incarichi pubblici a ogni livello” così come di sindacati, imprenditori, forze politiche e sociali. Tutti devono avere “consapevolezza dell’interesse generale” e quindi, in un mondo globalizzato, “è indispensabile riflettere e dotarsi di una visione del sistema Paese, su come intendiamo svilupparlo. Questo è, e questo dev’essere, il ruolo della politica”.
Tutto ciò richiede “coraggio e lungimiranza” e il presidente della Repubblica si augura “che vengano avanzate proposte comprensibili e realistiche, capaci di suscitare fiducia”. È la strada “per ridurre astensionismo elettorale e disaffezione per la vita pubblica”. L’evidente richiamo alle responsabilità dei politici si riflette anche sul ruolo e sull’immagine dell’Italia all’estero perché “c’è bisogno di Europa in tutti gli ambiti” e “la nostra voce sarà tanto più autorevole quanto più sapremo fornire l’immagine di un Paese unito, stabile, determinato, capace di mantenere gli impegni assunti”.
Gli episodi di razzismo, antisemitismo, intolleranza lo preoccupano e il Presidente ha invitato a “respingere il contagio di ideologie e posizioni aberranti, condannate e superate dalla storia” perché l’Italia “ha gli anticorpi necessari”. Non sono mancati, infine, quei riferimenti che per il Capo dello Stato sono ormai usuali. Innanzitutto i terremotati del Centro Italia che soffrono più di altri e ai quali ha ribadito “l’impegno dell’intero Paese al sostegno e alla ricostruzione”, quindi i soccorritori che intervengono nelle calamità, le forze di polizia e l’intelligence impegnate soprattutto nell’antiterrorismo, le Forze armate alle quali ha espresso “la riconoscenza degli italiani”. Glielo ripeterà il 21 dicembre quando si collegherà con i vari teatri operativi dalla sede del Coi, il comando interforze.
Tranne Matteo Renzi e Silvio Berlusconi al Quirinale c’erano tutti, da Luigi Di Maio a Matteo Salvini. Dopo il discorso di fine anno si capirà meglio se i partiti seguiranno o meno i consigli del Presidente.