Bisognerà attendere il 30 gennaio per sapere cosa ci sarà nel Piano Industriale di Leonardo, che in quella data sarà approvato dal Consiglio di Amministrazione per rilanciare la società e superare le criticità (come quelle relative al settore elicotteristico) che hanno inciso, specie nel 2017, sulle performance finanziarie di piazza Montegrappa. Tuttavia, alcuni elementi sono già emersi, come l’intenzione espressa da Leonardo di crescere ulteriormente sui mercati dove è già presente e di arrivare su altri dove ancora non c’è. “Nostra intenzione – ha detto a novembre, nella sua prima conferenza stampa in qualità da chief commercial officer di Leonardo, Lorenzo Mariani – è dare maggiore supporto al cliente, premessa necessaria per allargare la base clienti, attraverso la creazione di hub logistici e di espandere la presenza laddove ci sono opportunità di crescita”.
Tra i mercati indicati come prioritari, Cina e Russia, ma senza tralasciare altri importanti presidi, come gli Stati Uniti, già nel network della società italiana. In particolare, Leonardo – che conta oggi su quattro mercati domestici (Italia 30mila addetti, Regno Unito 7mila, Stati Uniti 6mila e Polonia 3mila) ed opera con 12 controllate nel mondo (che passeranno a breve sotto un unico brand per fornire ai clienti una singola interfaccia, in coordinamento con la funzione corporate di chief commercial officer) – organizzerà il nuovo network, al di là dei quattro mercati domestici, su sei macroregioni: Europa e Africa; America Latina; Medio Oriente; Oceania (lo scorso ottobre è stata annunciata una quarta sede in Australia per presidiare i programmi navali in corso); Usa e Canada.
Leonardo ha inoltre già confermato elettronica per la difesa; elicotteri; addestratori (intesi come famiglia); land and naval e spazio, quali settori chiave della prossima espansione, anche “con la ricerca di partner con cui sviluppare nuove capacità”. In tema di strategia di prodotto Leonardo – sottolinea il gruppo – spende ogni anno oltre un miliardo di euro in ricerca e sviluppo, in parte in autofinanziamento e in parte con fondi provenienti a vario titolo dall’esterno”. “L’impegno che abbiamo preso è di mantenere se non di aumentare la componente esterna”. Il riferimento è anche al fondo per la difesa, lanciato dalla Commissione europea, che a regime svilupperà 5,5 miliardi di investimento l’anno per la ricerca e sviluppo industriale nel settore militare. “È nostra intenzione utilizzare sempre meglio il fondo europeo per la difesa, per individuare sia i settori dove andare ad investire, sia il modo migliore per farlo”. “Tutto questo è strettamente connesso con le famiglie di prodotto su cui Leonardo sta puntando”. Al di là di quanto annunciato, nuove sedi, hub logistici, sempre di più dovrà essere fatto sul fronte della catena del valore. “In termini di offset e di trasferimento tecnologico – spiega Lorenzo Mariani – dobbiamo lavorare ancora in quei Paesi dove vogliamo andare a vendere i nostri prodotti o dove abbiamo già venduto”.
Intanto, notizia dei giorni scorsi, il 2018 vedrà un importante cambio al vertice in una delle divisioni maggiormente strategiche per il gruppo, dopo l’annuncio del CdA che Filippo Bagnato lascerà la carica di responsabile della Divisione Velivoli, per raggiunti limiti di età, il 31 gennaio. “Proseguendo nel percorso di valorizzazione delle competenze interne al gruppo” – si legge in una nota -, Leonardo ha nominato Lucio Valerio Cioffi, già responsabile dell’Ingegneria della divisione, responsabile della stessa a partire dal 1° febbraio. Prima di approdare alla Divisione Velivoli di Leonardo, Bagnato era stato, tra le altre cose, al vertice del consorzio europeo Eurofighter GmbH e, successivamente, amministratore delegato della società italo-francese ATR (50% Leonardo-50% Airbus Group), che sotto la sua guida ha raggiunto numeri da record nel segmento dei velivoli regionali turboelica sotto i 90 posti.
(Articolo pubblicato da Airpressonline)