Un sistema solido che vanta il livello più basso di crediti deteriorati nel panorama europeo e una scarsa incidenza degli Npl sul patrimonio. La ricerca elaborata dall’Ufficio studi della First Cisl (qui il primo approfondimento del report), sigla del settore bancassicurativo di via Po, in merito ai crediti deteriorati nei principali gruppi Ue certifica una volta di più il buono stato di salute delle banche tedesche.
Lo studio prende in esame il bilancio al giugno 2017 di Deutsche Bank (seconda nel ranking nazionale), DZ Bank (terza), Commerzbank (quarta), UniCredit Bank (quinta), Deutsche Postbank (decima). Attivo di tutto rispetto per Deutsche Bank che con oltre 1.590 miliardi in pratica raddoppia la performance di entrambi i primi due gruppi italiani, UniCredit e Intesa Sanpaolo. Ben distanti le altre: dai 509,4 miliardi di DZ Bank ai poco più di 147 miliardi di Deutsche Postbank.
Tanta differenza nel totale attivo non poteva non riflettersi anche nell’importo degli Npl: in Deutsche Bank sono 7,4 miliardi, in Commerzbank 6,9, in DZ Bank e in UniCredit Bank intorno ai 4,5 miliardi, in Deutsche Postbank oltre 1,7 miliardi. È però basso ovunque il rapporto tra crediti deteriorati e crediti lordi, in media intorno al 2,6% con punte di 3,89% in UniCredit Bank e di 1,71% in Deutsche Postbank. Da notare che un colosso come Deutsche Bank ha deteriorato solo l’1,77% dei prestiti.
Molto basso, altro ottimo segno, il rapporto degli Npl sul patrimonio: si va dall’11,49% in Deutsche Bank via via a salire fino al 24,18% di Deutsche Postbank. In Intesa Sanpaolo, il gruppo italiano con la percentuale più bassa, il rapporto è al 117,30%.
Le riserve sugli Npl riflettono – come ovvio – l’incidenza degli stessi sui prestiti alla clientela: nei cinque gruppi presi in esame si attestano poco sopra i 14 miliardi (a fronte di oltre 122 miliardi nei cinque italiani passati al setaccio del centro studi First Cisl, ovvero Unicredit, Intesa Sanpaolo, Banco Bpm, Montepaschi, Ubi Banca). La maggior parte, oltre 4,5 miliardi, sono nelle casse di Deutsche Bank, seguiti dai 3,6 di Commerzbank, 2,5 di UniCredit Bank, quasi 2,4 di DZ Bank e i 998 milioni di Deutsche Postbank.
Infine, per quanto riguarda il rapporto fra accantonamenti sui crediti deteriorati e Npl, con cui si indica in sostanza il rischio rimanente, la percentuale in Germania non è fra le più alte se si pensa che con il 55,7% non si allontana di molto da quella italiana, intorno al 51%. Ancora una volta si conferma la forza di Deutsche Bank (61,05%), che precede Deutsche Postbank (57,13%), UniCredit Bank (54,46%), Commerzbank (53,08%) e DZ Bank (52,89%). Nella principale banca danese, Danske Bank – che ha un attivo di 468,5 miliardi – il rapporto tra accantonamenti su crediti deteriorati e Npl è addirittura al 98,16%.