La popolare di Bari archivia la pratica Npl, giungendo a una soluzione industriale in grado di scrollarsi in parte di dosso il fardello dei crediti problematici e guadagnarne in redditività. Da tempo la banca guidata dall’ad Giorgio Papa (nella foto) e presieduta da Marco Jacobini ha deciso di trovare una soluzione strutturale al problema degli incagli, intraprendendo una strategia a tappe verso il totale scorporo degli npl. E così, dopo l’operazione di inizio dicembre con cui la banca pugliese ha ceduto (qui il focus di Formiche.net) un portafoglio npl da 319 milioni, insieme alla controllata Cassa di Orvieto, è arrivata la partnership industriale con Cerved, che per conto della Popolare di Bari, recupererà i crediti difficili.
INTESA DA 1,1 MILIARDI
La chiusura del cerchio è arrivata pochi giorni fa grazie all’intesa con Cerved, che garantirà una partnership industriale per esternalizzare la gestione degli incagli. Al centro dell’accordo c’è la creazione di una newco che la banca cederà a Cerved per 18 milioni di euro, assieme a 15-20 dipendenti, per gestire il recupero crediti delle sofferenze per 1,1 miliardi in pancia alla Popolare di Bari nei prossimi dieci anni, cui si aggiungeranno il 75% dei flussi futuri di sofferenze e il 55% e i flussi futuri di inadempienze probabili che saranno generati dal gruppo bancario. Dunque, Cerved si accollerà lo stock dispensando la banca pugliese dal rientro dei prestiti in sofferenza. Attenzione però, perché le masse in questione e i relativi rischi resteranno nel bilancio della banca, non verranno stralciati dagli esercizi: Cerved non le rileva, ha solo il compito di recuperare i crediti per conto di Bari.
LA STRATEGIA DI BARI
L’operazione con Cerved è però solo la punta di diamante di una più ampia strategia di dismissione degli npl. Ai primi di dicembre l’istituto di corso Cavour a Bari ha infatti chiuso la cessione di uno stock da quasi 320 milioni, parte di un più ampio piano da 800 milioni. Infatti a fine 2016 la banca si è liberata di altri 480 milioni di incagli, stavolta coperti dalla garanzia statale Gacs. Mosse che hanno contribuito a una netta inversione di tendenza nei conti della popolare, passata da una perdita di 296 milioni nel 2015 a un utile consolidato di 5,2 milioni a fine 2016.
LA DISCESA IN CEDACRI
Non ci sono solo gli npl sul tavolo del management della Popolare. A fine anno Popolare di Bari ha infatti ceduto per parte della sua quota in Cedacri, il principale operatore nel settore dei servizi di Outsourcing per banche e istituzioni finanziarie, nell’ambito della cessione da parte della satessa Cedacri del 27% a una società di capitali controllata dal fondo di investimento Fsi Mid-Market Growth Equity Fund gestito da FSI Sgr, partecipato tra gli altri da Cassa Depositi e Prestiti e Poste.