L’Europa dichiara guerra totale alla plastica, ma forse fa un passo indietro sulla tassa sui materiali più inquinanti. Ieri pomeriggio la Commissione Europea ha presentato agli europarlamentari l’annunciato pacchetto di misure (qui l’elenco completo) con cui tentare di arginare il problema dell’inquinamento da materiali plastici, che sta mettendo a dura prova soprattutto gli ecosistemi marini. Un colpo al cerchio uno alla botte, insomma: regole più ferree per una nuova economia circolare ma probabile stop alla tassa sulla plastica, con cui l’Ue puntava a iscrivere nuovi introiti nel bilancio comunitario.
TRE MOSSE, UN OBIETTIVO
Sono essenzialmente tre i pilastri su cui poggia la nuova strategia europea per l’economia circolare, che oggi verrà discussa in via preliminare dal Parlamento Ue. E cioè riciclo totale degli imballaggi in plastica entro il 2030 (oggi il tasso è fermo al 30%), bando delle microplastiche nei cosmetici e misure per ridurre oggetti in plastica monouso come le stoviglie, mentre sono attese entro gennaio misure per ridurre l’impatto delle bottiglie d’acqua in plastica. In questo modo Bruxelles mira a rendere più redditizia l’attività di riciclo dei materiali in plastica, tentando di frenare per la prima volta l’enorme dispersione di plastica nel globo. Ogni anno la sola Europa produce all’incirca 25 milioni di tonnellate di rifiuti in plastica.
UN MERCATO EUROPEO DEL RICICLO
Il fatto è che una quota significativa di questa percentuale finisce per essere trattata in mercati terzi, come la Cina, che ha annunciato un giro di vite sull’importazione di rifiuti in plastici. Per questo l’obiettivo più ambizioso della strategia Ue prevede che entro il 2030 tutti gli imballaggi in plastica immessi sul mercato Ue siano progettati per essere riutilizzabili e riciclabili, creando un circuito tutto europeo della plastica. Per raggiungere il target 2030 la Commissione intende rivedere i requisiti legislativi per l’immissione degli imballaggi sul mercato.
100 MILIONI PER LE IMPRESE
Non è tutto. Tra le altre cose, la Commissione vuole mettere a disposizione dell’industria 100 milioni di euro da investire nella ricerca tecnologica. Inoltre, sempre concretamente, l’esecutivo comunitario con una direttiva ad hoc vuole imporre di attrezzare i porti europei perché siano capaci di raccogliere e gestire i rifiuti accumulati dalle navi in navigazione.
ALTOLA’ SULLA TASSA
Il colpo di scena è però arrivato sulla tassa applicata alla plastica, alla quale la settimana scorsa aveva fatto riferimento il commissario al bilancio Gunther Oettinger. “Dubito che troveremo un meccanismo che possa funzionare a livello europeo”, ha chiarito il vicepresidente della commissione europea Jyrki Katainen. Per il quale “alcuni Stati membri hanno mostrato che misure fiscali a livello nazionale sui sacchetti di plastica possono funzionare. E’ nello stesso spirito che guarderemo alle opportunità che si presentano, ma ho i miei Dubbi che riusciremo mai a trovare un un meccanismo di un’imposta che possa funzionare a livello europeo. Questo tipo di risorse è vantaggioso e consente di avere entrate e allo stesso tempo raggiungere i nostri obiettivi ambientali”, ma d’altra parte “meglio si applicherà la strategia contro le plastiche, meno gettito si genererà naturalmente”.
IL COMMENTO DEL PD
Per l’europarlamentare Pd e relatrice del pacchetto sull’economia circolare, Simona Bonafè si tratta di una “splendida notizia e un passo importante nella lotta all’inquinamento in Europa. Il pacchetto prevede, tra le altre cose, misure importanti per limitare l’uso delle microplastiche nei prodotti e stabilire l’etichettatura di quelle biodegradabili e compostabili. Direttive in linea con il sentiero già intrapreso dal nostro Paese sia con le normative sui cotton-fioc non biodegradabili e le microplastiche nei cosmetici sia con la normativamente sui sacchetti compostabili. “