Nelle ore più difficili per il presidente Trump, sotto pressione per gli attacchi sempre più forti sferrati con lui e la sua famiglia, l’Amministrazione prova a fare quadrato. Il Segretario di Stato ha rilasciato una intervista alla Cnn. Il messaggio di Rex Tillerson è stato pressappoco questo: “Gentili signori, vi hanno raccontato che la Casa Bianca mi avrebbe sfrattato ma invece sono qui ed intendo restare”. Il rapporto di forze non si è ribaltato ma certamente l’ex numero uno della Exxon può prendere un po’ di fiato.
E in questo continuo risiko legato alle sorti di un Presidente mai così “vivace”, tocca ad un altro Segretario, quello della Difesa, esprimere una idea di leadership che possa essere convincente al di là delle divisioni politiche del Paese. Il capo del Pentagono, James Mattis, ha scelto l’appuntamento periodico di incontro con i media per fare il punto relativamente all’impegno degli Stati Uniti sui fronti più caldi in giro per il mondo.
PAKISTAN
Rispondendo ad alcune domande sul Pakistan, il Segretario ha condiviso la prospettiva della Difesa USA a seguito delle critiche espresse dal presidente circa il sostanzioso supporto finanziario ricevuto da Islamabad negli ultimi anni per la lotta al terrorismo, che non avrebbe prodotto risultati apprezzabili per la leadership americana.
La posizione del Pentagono risulta cruciale per comprendere quali cambiamenti interesseranno in concreto l’impegno americano in Pakistan e Mattis è stato assai chiaro nel fare il punto della situazione: “Stiamo ancora lavorando con il Paese e siamo disponibili a rivedere il nostro supporto se vi saranno cambiamenti significativi nella lotta contro i gruppi terroristici, che rappresentano una minaccia tanto grave per il Pakistan quanto per noi”.
Il capo del Pentagono ha confermato la propria disponibilità al dialogo, smorzando i toni e aprendo a possibili manifestazioni di collaborazione: “Direi che il governo pakistano è in grado di lavorare sugli sforzi che stiamo cercando di portare avanti insieme. Ne sono più che convinto”.
IRAN
Affrontando l’argomento Iran, il Segretario ha affermato: “La storia insegna che quando le persone subiscono regimi tirannici per lunghi periodi ti tempo, alla fine si stufano. Sia che si tratti di tirannia fisica o tirannia mentale o tirannia spirituale, prima o poi finiscono con il ribellarsi contro di essa. Penso che sia davvero importante far sentire il nostro sostegno al popolo iraniano. Quindi possiamo venire da direzioni diverse, ma alla fine è lo stesso tipo di tirannia. Mentre veniamo da direzioni diverse, siamo entrambi insoddisfatti del regime. Ancora una volta, non abbiamo una discussione con il popolo iraniano”.
Riprendendo, dunque, la linea dell’amministrazione recentemente ribadita dal vicepresidente Mike Pence in un intervento sul Washington Post (), Mattis ha stressato la necessità per il popolo iraniano di scegliere la forma di governo senza subire le oppressioni della tirannia: “La cosa più importante credo che sia la libertà per il popolo iraniano di scegliere che tipo di governo adottare. Proprio in questo momento penso che il regime teocratico avverta di avere contro una grande parte del popolo”.
COREA
Sul clima difficile nella regione del mar cinese meridionale, Mattis si è pronunciato con riferimento alle recenti evoluzioni nei rapporti tra le due Coree e gli Stati Uniti. A riguardo, il capo del Pentagono ha affermato: “Proprio questa mattina ho parlato con la mia controparte a Seoul. Non c’è un solo grado di differenza per quanto riguarda la protezione della Corea del Sud, nostro alleato, in materia di denuclearizzazione”. L’attenzione riposta sulla solidità dei rapporti con Seoul è stata interpretata come conferma dell’impegno statunitense in uno scenario assai complicato, recentemente segnato dalle aperture di Kim Jong-un alla Corea del Sud e a un possibile disallineamento tra Seoul e Washington.
ISIS
Con riferimento alla guerra contro lo Stato Islamico in Siria, Mattis non ha utilizzato mezze misure: “Continueremo a combatterli. Al di là dei numeri relativi ai terroristi ancora presenti sul territorio, non ci fermeremo. Continueremo nella nostra missione”. Già, continuità.
A sentire il Segretario della Difesa nulla potrebbe sembrare più lontano dei tweet sorprendenti del Presidente. In questa America scossa dalle polemiche e sempre più polarizzata, prova ad incunearsi una Amministrazione che trova la sua stabilità proprio nel mondo militare e nella leadership del Pentagono.