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Tutte le proposte grilline (e non) per la commissione banche

Pier Ferdinando Casini

La gestazione è quasi finita. La commissione banche è da questo pomeriggio al lavoro per assemblare in un documento finale tutte le proposte pervenute dai partiti. Un cantiere per la verità aperto già due settimane fa, ma che ora è arrivato alle sue battute finale. Il presidente Pier Ferdinando Casini (nella foto) vuole stringere i tempi e chiudere i giochi entro una decina di giorni. Il tempo di trovare il fil rouge tra le diverse proposte e approvare la bozza di documento già nel prossimo ufficio di presidenza.

TUTTE LE PROPOSTE IN CAMPO

Sul tavolo della presidenza della commissione banche sono giunte le proposte di quasi tutti i gruppi componenti la bicamerale incaricata di fare luce sui disastri bancari degli anni scorsi. Nel dettaglio Partito democratico (Marino) Movimento 5 Stelle (Sibilia), Forza Italia (Brunetta), Lega Nord (Tosato), Fratelli d’Italia (Meloni), Federazione della Libertà (Augello), Gruppo Grandi Autonomie e Libertà (De Pin), oltre ai contributi di Dal Moro (Pd) e Capezzone (Misto – Direzione Italia). In merito alla stesura del documento finale, ci sarebbe già una prima fragile intesa tra Forza Italia, Pd e Lega, pronte a votare insieme la relazione.

SUPER-PROCURA NAZIONALE

Forza Italia ha formulato il suo elenco di proposte, per mano e bocca di Renato Brunetta, vicepresidente della bicamerale. Gli azzurri puntano soprattutto sull’istituzione di una Procura nazionale per i reati economico-finanziari, in grado di byapassare in parte l’attuale sistema di vigilanza, e un di una Agenzia di rating europea. Nel testo figurano inoltre la separazione delle banche commerciali dalle banche d’affari (o speculative), la prevenzione di conflitti di interesse e del meccanismo delle porte girevoli e l’introduzione di uno statuto speciale per gli specialisti in titoli di Stato e potenziamento dello staff del Tesoro in materia di vigilanza. Indicazioni che avrebbero già incassato il sì incondizionato di Fratelli d’Italia e Federazione della Libertà.

TASSA ANTI-CRACK SUI BANCHIERI

Decisamente più corposo l’elenco di proposte del M5S, che Formiche.net è in grado di anticipare.  Tra questi, l’obbligo per i banchieri di versare parte dei loro compensi in un fondo da utilizzare per ristorare i risparmiatori in caso di dissesto bancario. “Sarebbe opportuno istituire presso ogni singola autorità di vigilanza un fondo ad hoc a cui gli esponenti degli organi di amministrazione e controllo dei soggetti vigilati dovranno versare annualmente almeno il 3% dei propri compensi a titolo di garanzia per eventuali azioni di responsabilità, per ogni altro genere di risarcimento danni”, si legge nel documento. Ancora, nazionalizzazione coatta, qualora necessario. Ovvero “la possibilità per lo Stato di intervenire direttamente nella risoluzione delle crisi bancarie”.

SEGRETO D’UFFICIO E BANKITALIA PUBBLICA

Tra le altre proposte a Cinque Stelle, c’è la creazione di uffici giudiziari specializzati per i reati economici, sulla falsariga della super-procura e la  nazionalizzazione di Bankitalia, antico cavallo di battaglia dei grillini, insieme a Borsa Italiana. Spazio poi all’abolizione del segreto di ufficio tra le autorità di vigilanza e tra le autorità di vigilanza e la pubblica amministrazione. Infine, obbligo di trasparenza per qualunque incontro formale e non. “Al fine di garantire una piena trasparenza nell’esercizio delle proprie prerogative da parte delle autorità di vigilanza – in linea con quanto previsto per la Banca Centrale Europea – sarebbe opportuno rendere pubblico ogni genere di incontro o relazione istituzionale da parte delle autorità di vigilanza con i soggetti vigilati e non”.

STOP AL CONFLITTO DI INTERESSI

Anche il deputato di Noi con l’Italia, Daniele Capezzone, ha presentato il suo ventaglio di proposte. Tra queste, la montagna dei crediti insoluti e una soluzione al conflitto di interessi di Bankitalia separando i poteri di vigilanza da quelli di risoluzione delle crisi. Nel testo inviato trovano spazio anche la trasparenza su chi ha avuto fondi e non li ha restituiti, una proposta per i danneggiati (il warrant) e il caso della riforma delle banche popolari.



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