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Perché le fake news mettono a repentaglio la democrazia. Parla il ministro Pinotti

pinotti

Le fake news, “non sono, banalmente, la diffamazione o la calunnia. Sono tossine inoculate con estrema perizia negli organismi sociali, non per uccidere ma, in genere, per debilitare, facilitando poi l’attuazione di disegni che possono avere anche carattere eversivo di un ordine sociale e politico”. A dirlo è stato il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, intervenuta oggi al Politecnico di Milano durante Ita​S​ec, conferenza sulla sicurezza cibernetica.

I PERICOLI PER LA DEMOCRAZIA
“È molto importante il riferimento che viene fatto”, nel Libro Bianco per la cyber security, “ai rischi per la democrazia […]. Le fake news, cito il vostro documento, – ha detto ancora la titolare del dicastero di Via XX Settembre – sono l’evoluzione degli attacchi basati su ingegneria sociale: create e diffuse attraverso il cyberspace, le false informazioni tendono a confondere e destabilizzare i cittadini di un Paese immergendoli in uno spazio informativo non controllato, con un insieme pressoché infinito di sorgenti di notizie’. Su questo argomento, io temo, si deve ancora investigare molto e, soprattutto, ampliare la consapevolezza di quanto avviene e quanto può avvenire”.

LA MANIPOLAZIONE DELLE PERCEZIONI
Per questo, ha aggiunto Pinotti ripresa da Cyber Affairs, “oltre alle capacità operative – rappresentate dal Comando Interforze per le Operazioni Cibernetiche, il Cioc (guidato dal generale Francesco Vestito​, ndr​)​​ ​– e a quelle formative e addestrative, stiamo anche finanziando studi su materie strettamente associate alla difesa cibernetica. Lo scorso anno abbiamo finanziato uno studio sulla narrazione e la contro-narrazione, proprio per capire come difenderci dalle azioni ostili che si sviluppano nella sfera delle percezioni”.

COSA SONO DAVVERO LE FAKE NEWS
Le false notizie, ha sottolineato ancora Pinotti, “non sono, banalmente, la diffamazione o la calunnia. Sono tossine inoculate con estrema perizia negli organismi sociali, non per uccidere ma, in genere, per debilitare, facilitando poi l’attuazione di disegni che possono avere anche carattere eversivo di un ordine sociale e politico. Non è colpa di internet, o dei social media, se questo avviene; lo sappiamo tutti”.

UNA MINACCIA IN EVOLUZIONE
Secondo il ministro della Difesa, “però sappiamo che questa minaccia è così seria, potenzialmente devastante, proprio perché la rivoluzione tecnologica degli ultimi quindici anni – Facebook nasce nel 2004 – ha trasformato, profondamente, la struttura dei rapporti sociali, rendendo obsoleti anche gli strumenti tradizionali posti a tutela della democrazia e delle libere istituzioni”.

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