Nell’attesa del board del 6 marzo, quando verrà probabilmente alzato il velo sullo scorporo della rete (qui lo speciale di Formiche.net), Tim stringe con Cisco un’alleanza strategica, nel nome della digitalizzazione. In occasione del Mobile World Congress, Tim ha sottoscritto un protocollo con il leader globale nell’Ict, con cui le due aziende si impegnano a sviluppare un programma congiunto di innovazione e di business, facendo leva sulle rispettive competenze e tecnologie. Nel dettaglio, Tim e Cisco, la cui branch italiana è affidata alla guida di Agostino Santoni, studieranno a tavolino soluzioni avanzate nei settori della Cybersecurity, l’internet of things, industria 4.0, fino ad arrivare alle smart city e al 5G.
I pilastri dell’intesa sono essenzialmente due. Primo, la condivisione di competenze e soluzioni per la trasformazione digitale di imprese, pubblica amministrazione, servizi ai cittadino sforzo comune per sviluppare un ecosistema di partner in grado di valorizzare da subito le opportunità offerte dalle nuove reti mobili 5G. Secondo, il comune impegno per l’innovazione diffusa, testimoniata dall’ingresso di Cisco nell’acceleratore di start-up, messo a punto da Tim, Wcap.
Il servizio si basa sulla piattaforma di sicurezza cloud Cisco Umbrella, che viene aggiornata sfruttando il database globale di informazioni sulle minacce fornito da Cisco, integrandole con le tecnologie e le informazioni sulle minacce di Tim. Questo arricchimento dei servizi di rete sarà offerto a circa 600mila clienti business.
Protezione anti-phishing e contenimento dei malware saranno integrate nella rete Tim senza che sia necessario installare hardware specifico presso le aziende clienti o software sui loro dispositivi. La protezione sarà attiva su tutti i sistemi connessi alla rete locale del cliente e prevede l’applicazione delle policy di sicurezza a livello del Dns (Domain Name Server), consentendo in questo modo di bloccare le richieste di indirizzi IP pericolosi prima che si attivi la connessione. Cisco Umbrella analizza più di 125 miliardi di richieste Dns al giorno in 160 Paesi a livello mondiale e blocca proattivamente molte delle richieste di destinazione malevola offrendo una navigazione sicura agli utenti finali.
“La digitalizzazione è essenziale sia per offrire la migliore esperienza ai clienti, coniugando semplicità dei servizi e completezza dell’offerta, sia per lo sviluppo dell’Italia, permettendo a cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni di accedere in modo semplice e facile ai servizi digitali disponibili”, ha spiegato il ceo di Tim, Amos Genish (nella foto). “Siamo lieti di condividere questo percorso con Cisco, che sta dando un importante contributo ai nostri sforzi. Siamo nella terza ondata della rivoluzione digitale e la transizione verso la Gigabit society è qui, sta già incidendo sul modo in cui viviamo e facciamo business. Intelligenza artificiale, realtà virtuale, robotica, oggetti connessi: tutto questo sarà fondamentale nella nostra vita digitale”
A questo punto il primo passo concreto della partnership strategica messa in campo è testimoniato dall’inserimento della soluzione Cisco Umbrella nell’offerta Tim per le piccole e medie mprese italiane, come solida linea di difesa dagli attacchi informatici.
Intanto, lo scorso venerdì, il cda di Tim ha chiesto a Genish di concludere la cessione di Persidera, controllata al 70% dal gruppo tlc. I pretendenti in campo sono due. I primi, in cordata, sono il fondo F2i e Rayway, la società delle antenne della Rai. Sul tavolo ci sono circa 200-250 milioni di euro contro una stima di 350 milioni.
Alla fine il cda ha “esaminato e valutato positivamente, a maggioranza, la proposta di acquisto di Persidera ricevuta da F2i e Rai Way, considerando che la partecipazione non rappresenta un asset strategico per Tim”. Il board ha dunque dato mandato all’amministratore delegato Amos Genish per finalizzare l’operazione, “fermo restando che ogni ulteriore eventuale offerta vincolante sarà presa in considerazione”. Il riferimento è a un’offerta, al momento non vincolante e subordinata a una corretta due diligence, ricevuta proprio venerdì dal fondo di private equity I Squared Capital pari a 290-300 milioni.