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Silvio Berlusconi conquista il web: nessuno cercato su Google come lui

elezioni, voto, politica, swg

Non solo sondaggi, la competizione elettorale è anche su Google. Formiche.net ha setacciato Google Trends per rilevare l’interesse che i leader più in vista in questa campagna elettorale suscitano sul web. Il risultato parla chiaro: nessuno attira l’attenzione come Silvio Berlusconi. Da un anno a questa parte il fondatore di Forza Italia è il più ricercato,  per i motivi più disparati, che sia una comparsata in tv che ha fatto rumore o la rivelazione di uno dei tanti “candidati premier” (a loro insaputa). La top 5 dei trends a lui collegati conferma l’ampia risonanza (fra supporters e detrattori) dei cavalli di battaglia scelti per la campagna: la flat tax, il movimento animalista, e ovviamente lo stesso Berlusconi, con il gossip che lo circonda (dal suo look estivo alla cura dimagrante a Merano, in Trentino). Nella lista dei più ricercati dai naviganti, al cavaliere seguono, nell’ordine, Matteo Salvini, Luigi Di Maio, Matteo Renzi e infine Emma Bonino.

I TREND: BERLUSCONI IL PIÙ RICERCATO

Neanche Luigi Di Maio dunque, leader di un partito che ha fatto del web la sua forza, che comunque conquista il podio assieme a Matteo Salvini, è riuscito a tenere il passo con Berlusconi. Beninteso: cercare un nome su google non è necessariamente un segnale d’endorsement. Anzi, più spesso l’algoritmo impenna all’indomani di qualche strafalcione di uno dei leader, o di un’ospitata televisiva che ha fatto parlare di sé. Tant’è che negli ultimi mesi Berlusconi ha raggiunto il picco di attenzioni proprio in occasione di due rumorose comparse televisive. A novembre, quando il Cavaliere si è seduto sulla poltrona di Che tempo che fa di Fabio Fazio, lanciando la candidatura a premier di Leonardo Gallitelli, a sua insaputa. E poi a gennaio, dopo aver definito negli studi di Domenica Live con Barbara d’Urso il Movimento 5 Stelle “una setta”. Renzi e Di Maio figurano invece fra i più ricercati fra il 5 e l’11 novembre. C’è più di una spiegazione possibile: non solo fu la settimana del voto siciliano, ma anche del forfait all’ultimo di Di Maio all’attesissima sfida tv con Renzi da Floris.

I CLICK PER REGIONE

Un altro spunto interessante in vista di domenica emerso dalla nostra ricerca: eccezion fatta per Berlusconi, i trend dei cinque leader politici non si discostano dalla geografia elettorale dei rispettivi partiti. Non c’è Regione dove il leader di Forza Italia desti poco interesse: Lombardia e Sardegna in testa, con un appeal mediatico cui Google assegna un punteggio di 93 e 100 (in una scala da 1 a 100). Il segretario del Pd Matteo Renzi è il più ricercato su Google nelle regioni centrali e nelle “roccaforti rosse” come Umbria (70), Emilia (74) e Toscana (100). L’interesse verso il leader dem cala invece drasticamente nelle regioni di confine al Nord come la Valle d’Aosta (30) e il Trentino (47), e in generale nel Meridione. Salvini e Bonino sono in cima alla classifica, con un punteggio di 100, rispettivamente in Lombardia e Piemonte., mentre il nome di Di Maio è il più cliccato in Molise e Sardegna, risultando poco attraente al Nord.

LE RICERCHE PIÙ FREQUENTI (E BIZZARRE)

Per completare il quadro abbiamo indagato quali sono le ricerche che ricorrono più frequentemente intorno a fatti, curiosità e leggende cui i nomi dei leaders politici sono legati. Fra queste alcune seguono i fatti di cronaca: è il caso dell’impennata dei fatti di Macerata sul web, che i naviganti associano al nome di Salvini, o della polemica dei sacchetti bio a pagamento nei supermarket, che figura al terzo posto fra le ricerche su Matteo Renzi. In altri casi l’interesse del web verso i cinque personaggi ha poco a che vedere con l’attualità politica, e molto con il gossip e la satira. Così, ben di più della flat tax (al quinto posto) chi setaccia il noto motore di ricerca per informarsi su Berlusconi indaga sull’agnellino della sua campagna animalista con Michela Brambilla. Su Google va forte poi il prossimo film di Paolo Sorrentino sul cavaliere, rappresentato da Toni Servillo, e il video di una fan sfegatata di Berlusconi che canta “menomale che Silvio c’è”in piazza. Allo stesso modo, di Renzi interessa assai più la sua controfigura fake al femminile, “Bernarda Renzi”, postata ironicamente dal segretario in persona per rispondere alle polemiche sui sacchetti, o la sua performance canora con una famosa canzone del rapper Coez, rispetto a bonus, programmi, dissidi interni. Vale anche per Salvini e Di Maio: del leader del Carroccio chi naviga su Google cerca all’impazzata il giuramento su Bibbia e rosario, mentre il nome del candidato premier pentastellato viene accostato sempre di più a quello di Vittorio Sgarbi, che lo sfiderà nel collegio di Pomigliano D’Arco.

 

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